Ente in concordato parte civile

Pubblicato il 09 febbraio 2016

L’ente sottoposto a concordato preventivo, mantenendo i propri organi rappresentativi, è legittimato a chiedere il risarcimento dei danni radicati in capo all’ente medesimo in conseguenza del reato di bancarotta contestato ai suoi manager.

Risarcimento a titolo personale

Nonostante, infatti, l’articolo 240 della Legge fallimentare, precluda ai singoli creditori di costituirsi parte civile nei procedimenti penali per i reati commessi dal fallito quando vi sia la costituzione del curatore, resta sempre salva la facoltà del singolo creditore di far valere una richiesta di risarcimento a titolo personale, quale, ad esempio, una richiesta di ristoro del danno all’immagine.

E ciò, a maggior ragione, nell'ipotesi di concordato preventivo, in cui, ai sensi dell’articolo 167 della Legge fallimentare, il debitore, durante la procedura, conserva l'amministrazione dei suoi beni e l'esercizio dell'impresa, sotto la vigilanza del commissario giudiziale.

Concorrente legittimazione a costituirsi parte civile

E’ quanto argomentato dai giudici di Cassazione nel testo della sentenza n. 5010 depositata l’8 febbraio 2016 in risposta allo specifico motivo di doglianza avanzato dal ricorrente rispetto alla concorrente legittimazione alla costituzione di parte civile dei commissari giudiziari e di una fondazione sottoposta a concordato preventivo, nell’ambito di un procedimento penale per bancarotta fraudolenta avviato nei confronti degli ex amministratori dell’ente.

In particolare, il deducente rivendicava che, ai sensi dell’articolo 240 citato, l’unico soggetto legittimato in via straordinaria a far valere gli interessi della fondazione fosse il commissario giudiziale.

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