Raggiunto dall’Ecofin l’accordo per equiparare l’Iva degli e-book a quella delle pubblicazioni cartacee.
Il due ottobre 2018, il Consiglio dei ministri delle finanze dei paesi dell'Unione europea ha approvato la proposta di modifica del Regolamento Ue n. 904/2010, finalizzata al rafforzamento della cooperazione amministrativa tra gli Stati membri in materia di Iva.
Dopo un lungo dibattito politico, dunque, si è giunti ad un accordo che consentirà ai governi di applicare l'aliquota Iva ridotta, super-ridotta o addirittura nulla alle pubblicazioni digitali, allineando le aliquote di giornali, libri, riviste elettroniche a quelle degli equivalenti prodotti in formato cartaceo.
Lo scopo di questa proposta di modifica è quello di contrastare le forme più diffuse di frode transfrontaliera, migliorando le modalità di cooperazione tra le Amministrazioni fiscali e gli altri organismi preposti all’applicazione della legge in materia di Iva, in ambito Ue.
Come si legge nel Regolamento modificativo, infatti, il sistema attuale per l’applicazione dell’Iva nell’ambito degli scambi transfrontalieri è basato su un regime transitorio ormai divenuto obsoleto e vulnerabile alle frodi. Considerato il fatto che l’attuazione completa del regime Iva definitivo basato sulla tassazione delle operazioni transfrontaliere nello Stato membro di destinazione richiederà ancora alcuni anni, l’intenzione dell’Ecofin era proprio quella di adottare misure a breve termine in grado di contrastare in maniera efficace e tempestiva le frodi transfrontaliere.
La proposta di modifica è stata accolta favorevolmente. Il presidente di turno dei 28 ministri economici riuniti a Lussemburgo, Hartwig Löger (ministro delle finanze dell'Austria) ha così commentato l’accordo: “questo risultato è parte dei nostri sforzi per modernizzare l'Iva per l'economia digitale, e ci consente di tenere il passo con il progresso tecnologico”.
Attualmente, l’aliquota Iva “standard” a cui sono soggette le pubblicazioni online è del 15% minimo, mentre giornali e libri su carta possono godere di un'imposta sul valore aggiunto ridotta, del 5%, che in alcuni casi può essere ulteriormente diminuita fino a zero. Con la decisione del 2 ottobre, i Paesi membri che lo vorranno potranno applicare l’Iva ridotta anche alle pubblicazioni online e addirittura esentarle dalla tassazione se così già avviene per le pubblicazioni su carta.
Le nuove regole si applicheranno in via provvisoria, in attesa della riforma del sistema sull'Iva a livello Ue, su cui la Commissione europea sta lavorando.
Un’altra proposta di direttiva approvata in via definitiva dal Consiglio Ecofin del 2 ottobre 2018 è quella che riguarda il meccanismo del reverse charge, che potrà essere concesso in maniera generalizzata a tutti quegli Stati membri che risultano più colpiti dalle frodi in materia di Iva.
Tale misura consentirà ai Paesi membri - che sono maggiormente interessati da evasione d'imposta causata da particolari tipologie di frodi, quali le cosiddette “frodi carosello” - di ottenere temporaneamente l'autorizzazione ad assoggettare al meccanismo speciale dell'inversione contabile tutte le operazioni «B2B» di importo unitario superiore a 17.500 euro.
Il ricorso a questo meccanismo generalizzato di “reverse charge” dovrebbe consentire ai Paesi interessati di contrastare più efficacemente i suddetti fenomeni fraudolenti, permettendo il trasferimento del ruolo di debitore dell'imposta dal fornitore al cliente.
L’autorizzazione, però, potrà essere rilasciata dal Consiglio solo in presenza di determinate condizioni, tra cui un'incidenza di frodi carosello pari almeno al 25% del divario tra Iva attesa ed Iva incassata.
La misura speciale avrà carattere temporaneo e potrà essere autorizzata fino al 30 giugno 2022. Fa parte, infatti, di quelle misure provvisorie utili ad arginare l’attuale fenomeno delle frodi Iva, in attesa che faccia la sua entrata in vigore il sistema Iva definitivo.
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