Il 14 maggio 2018, è stata accolta all’unanimità dall’Ecofin, il Consiglio dei ministri dell'economia dei paesi UE, la V direttiva antiriciclaggio che è stata approvata dal Parlamento europeo il 19 aprile 2018.
La nuova direttiva, modificando la precedente IV direttiva 2015/849, adotta correzioni che rientrano all’interno di un piano d’azione più ampio, avviato dopo gli attacchi terroristici avvenuti in Europa nel 2016, con l’obiettivo di rafforzare le norme UE per prevenire il riciclaggio di denaro sporco e il finanziamento del terrorismo.
Tra i punti salienti della disciplina europea i bitcoin e i trust.
Per i primi viene prevista una particolare necessità di sorveglianza all’interno dell’Unione europea. La nuova direttiva, infatti, prevede che i prestatori di servizio delle valute virtuali siano equiparati a banche e intermediari finanziari e, quindi, soggetti ai controlli di due diligence e ai metodi di adeguata verifica sulla clientela.
La regolamentazione più rigida delle monete virtuali è stata prevista per evitare che i bitcoin siano utilizzati per il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo.
Nel paragrafo 9 della V direttiva, infatti, si legge che: “L'anonimato delle valute virtuali consente il loro potenziale uso improprio a scopi criminali”, per questo “le unità di informazione finanziaria nazionale (Uif) devono essere in grado di ottenere informazioni che consentano di associare gli indirizzi virtuali di valuta all'identità del proprietario della valuta virtuale”.
In tema di trust, invece, la nuova direttiva introduce regole per l'individuazione dei beneficiari effettivi delle società e trust che operano nella UE.
In Italia, questa misura già esiste grazie al registro dei trust, che è in attesa di ultimazione ed è gestito dalle Camere di commercio.
Questo passaggio, come del resto anche altri aspetti, nel nostro Paese risultano già regolamentati e, quindi, richiederanno meno lavoro. Molte novità della direttiva sono, infatti, state già regolamentate con l’approvazione della IV direttiva europea, in vigore in Italia grazie al Decreto legislativo n. 90/2017 (nuova disciplina antiriciclaggio).
Tra le altre misure previste nell’ambito della nuova legislazione, anche:
riduzione della soglia per l’identificazione dei titolari di carte prepagate dagli attuali 250 a 150 euro;
criteri più severi per valutare se Paesi terzi sono esposti maggiormente al fenomeno del riciclaggio, con possibilità di sanzioni ed esame più approfondito delle transazioni che coinvolgono cittadini di Paesi a rischio;
protezione degli informatori che segnalano casi di riciclaggio, compreso il diritto all’anonimato;
estensione dell’ambito di applicazione della direttiva a tutte le forme di servizi di consulenza fiscale, alle agenzie di locazione, ai commercianti d’arte, ai prestatori di servizi di portafogli elettronici e a quelli di cambio valuta virtuale.
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