Per far fronte alle difficoltà di migliaia di imprese, lavoratori autonomi e stagionali fortemente colpiti delle ulteriori misure restrittive contenute nel Dpcm del 24 ottobre - varate per contenere la crescita dei contagi da Coronavirus - il Governo ha approvato, a tempi di record, un nuovo decreto legge, che introduce ulteriori misure urgenti per la tutela della salute e per il sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi, nonché in materia di giustizia e sicurezza connesse all'epidemia da COVID-19. Il decreto è atteso per oggi in Gazzetta Ufficiale,
Si tratta di un provvedimento che interviene con un nuovo stanziamento di 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e 6,2 miliardi di euro in termini di saldo da finanziare.
Subito ribattezzato decreto “Ristori”, il nuovo decreto legge si rivolge direttamente:
alle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle ulteriori misure restrittive;
ai lavoratori in esse impiegati.
La dotazione finanziaria per i contributi a fondo perduto sale e 2,4 miliardi di euro, allargando la platea dei beneficiari a 462mila imprese. Agevolate anche le attività con un fatturato maggiore di 5 milioni di euro (circa poco più di 1.500 imprese), per le quali è previsto un ristoro pari al 10% del calo del fatturato. L’ammontare del contributo non può superare comunque le 150.000 mila euro.
L’individuazione dei settori economici da ristorare avverrà puntualmente sulla base dei codici ATECO riportati in una tabella allegata al decreto. Le attività sicuramente coinvolte nella misura saranno: bar, pasticcerie, gelaterie, ristoranti, piscine, palestre, teatri, cinema.
Ad esse verrà riconosciuto un indennizzo che varierà dal 100% al 400% di quanto già ottenuto in precedenza con il Decreto Rilancio, in funzione del settore di attività svolta.
Il 200% del contributo già incassato verrà riservato ai ristoranti, il 150% sarà riconosciuto a gelaterie, pasticcerie, mentre il 100% soltanto ai taxi e noleggio con conducente. Previsto anche un moltiplicatore del 400% per le sale da ballo e le discoteche rimaste chiuse.
Non possono accedere al ristoro i soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 25 ottobre 2020 e quelli che hanno cessato la partita IVA alla stessa data.
Il contributo verrà pagato direttamente sul conto corrente dei soggetti beneficiari, in modo automatico, ed entro il 15 novembre.
Il decreto prevede specifici stanziamenti a favore dei settori maggiormente penalizzati attraverso il rifinanziamento dei fondi speciali.
In totale si tratta di un apporto complessivo di 1 miliardo di euro, come di seguito ripartito:
400 milioni per agenzie di viaggio e tour operator;
100 milioni per editoria, fiere e congressi;
100 milioni di euro per il sostegno al settore alberghiero e termale;
400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali.
In particolare, per i lavoratori dello spettacolo e del turismo sono previste:
una indennità di 1.000 euro per tutti i lavoratori autonomi e intermittenti dello spettacolo;
la proroga della cassa integrazione e indennità speciali per il settore del turismo.
Per i lavoratori del settore sportivo, invece, è riconosciuta un’ulteriore indennità destinata a tutti i coloro che avevano già ricevuto le indennità previste dai decreti “Cura Italia” e “Rilancio”. L’importo è aumentato da 600 a 800 euro.
Inoltre, sono stati destinati 50 milioni di euro nel 2020 anche per il settore dello sport dilettantistico, tenendo conto del servizio di interesse generale che le associazioni e le società sportive dilettantistiche svolgono, soprattutto per le comunità locali e i giovani.
Proprio per far fronte alle difficoltà di queste ultime viene istituito un apposito Fondo le cui risorse verranno assegnate al Dipartimento per lo sport.
Infine, istituito un fondo da 100 milioni di euro per sostenere le imprese delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura interessate dalle misure restrittive. Ai lavoratori di questo settore verranno riconosciuti dei contributi a fondo perduto per chi ha avviato l’attività dopo il 1° gennaio 2019 e a chi ha subito un calo del fatturato superiore al 25% nel novembre 2020 rispetto al novembre 2019.
Tutte le categorie lavorative che sono interessate dalle ulteriori restrizioni non sono tenute a versare la seconda rata IMU 2020 relativa agli immobili e alle pertinenze in cui si svolgono le loro attività. La rata è cancellata.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".