Dl Fiscale Orlandi su spesometro e semplificazioni

Pubblicato il 04 novembre 2016

Il ciclo di confronti sul Dl fiscale (n. 193/2016), tenutosi il 3 novembre dinanzi le Commissioni riunite della Camera dei deputati, si è concluso con l'audizione della direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi.

La Orlandi ha subito sottolineato come le disposizioni del Dl collegato alla manovra di finanza pubblica 2017-2019 sono di particolare interesse per l'Agenzia delle Entrate in quanto contengono oltre al potenziamento della riscossione e allo scioglimento di Equitalia, anche rilevanti misure finalizzate al recupero dell'evasione fiscale.

Recupero evasione fiscale

L'intervento della Direttrice delle Entrate si è incentrato, in particolar modo, sull'operato degli uffici fiscali, che deve essere focalizzato sulla prevenzione piuttosto che sui controlli successivi.

A tal fine, per rendere più efficienti i controlli in materia di Iva e favorire una maggiore collaborazione tra Fisco e contribuenti, gli adempimenti comunicativi, ora assolti tramite lo “spesometro integrato”, vengono sostituiti da una comunicazione trimestrale dei dati delle fatture emesse e ricevute e dei dati riepilogativi delle liquidazioni periodiche Iva. Tutto ciò senza aggravio di oneri per i contribuenti, che anzi saranno portati ad utilizzare solo dati che sono già a loro disposizione.

Ha poi sottolineato la Direttrice che per semplificare il tutto, i contribuenti saranno messi in condizione di effettuare l'invio di una sola comunicazione all'Agenzia e sarà riconosciuto un credito d'imposta a favore dei contribuenti di minori dimensioni che devono integrare i software contabili finalizzati alla predisposizione del file XML della comunciazione.

Scontro Entrate-Cndcec

Sul punto delle comunicazioni Iva trimestrali si è acceso un dibattito tra l'Agenzia delle Entrate e la categoria dei commercialisti. Questi ultimi hanno lamentato l'aggravarsi degli oneri a loro carico nel dover rispettare questo nuovo adempimento, mentre - secondo la Orlandi - si tratta di un compito che “non crea un onere particolarmente pesante” ed è fondamentale contro l’evasione Iva.

Non si è fatta attendere molto la risposta dei commercialisti, con la replica del presidente del Cndcec, Gerardo Longobardi, che ha sostenuto che: “affermare che non crei oneri particolarmente pesanti appare una dichiarazione sinceramente irrispettosa del lavoro di chi, come i commercialisti italiani, è vittima di un fisco ancor ben lungi dall’essere semplificato". Pertanto “chiudere, come sembrano fare oggi Zanetti e Orlandi, anche rispetto alla ventilata ipotesi di renderlo almeno semestrale sembra una vera e propria provocazione”.

Comunque, altre importanti semplificazioni richieste dai commercialisti, al fine di tagliare gli adempimenti a loro carico, sono in programma. Tra le misure attese c'è la norma secondo cui i prelevamenti bancari effettuati dai professionisti e non giustificati al Fisco non costituiranno più automaticamente compensi in nero. Sul fronte Iva si elevarà da 15mila a 30mila euro l’importo dei crediti da chiedere a rimborso per i quali non occorre prestare alcuna garanzia; mentre per le partite Iva inattive da tre anni arriva la chiusura d’ufficio da parte dell’Agenzia. Ipotizzato anche il ritorno dell’F24 cartaceo per i versamenti sopra i mille euro, per andare incontro ai contribuenti meno abituati alla telematica e per liberare i professionisti da adempimenti legati a versamenti irrisori.

Studi di settore

In materia di studi di settore, la Orlandi ha affermato che "sugli studi di settore serve una scelta profonda di cambiamento di passo più che di semplificazione”. La trasformazione è in atto, anche se a tal fine si richiede un insieme di norme che ridisegnino l'intero sistema degli studi.

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