Con l’approvazione definitiva del Consiglio dei ministri di ieri, 5 maggio 2022, il decreto Aiuti cambia veste, per far spazio all’estensione del bonus anti-inflazione anche ai circa 2,5 milioni di titolari di Reddito di cittadinanza e ad altre novità.
Il ritorno del decreto in CdM, che ha portato a 59 gli articoli, secondo le bozze circolate ieri, è stato causato dallo scontro della maggioranza su alcune questioni rilevanti.
Il decreto assume, ora, una veste più complessa sia sul piano tecnico che sull’impianto delle coperture ed il Ministero dell’Economia e delle Finanze è alla ricerca di nuove risorse finanziarie.
Dopo le indicazioni del CdM, il bonus anti-inflazione è, infatti, destinato a sfondare quota 6 miliardi di euro per raggiungere una platea che supererà i 30 milioni di persone, includendo oltre i percettori di RdC, anche i lavoratori stagionali, gli autonomi e i collaboratori domestici, esclusi nella prima stesura.
Per prima cosa viene ripreso il tema della cessione dei crediti dei bonus edilizi, che era rimasto in sospeso durante la discussione della prima stesura del provvedimento, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi Ucraina.
Per quel che riguarda la cessione dei crediti da bonus edilizi, l’obiettivo del Governo è quello di far ripartire il mercato.
Secondo il nuovo impianto normativo, le banche potranno superare il limite numerico di cessioni fissato dalle varie strette, purché il credito venga venduto a clienti professionali che hanno un conto presso la banca stessa, oppure venga passato all'istituto capogruppo.
Quindi viene, di fatto, superata la norma della quarta cessione disegnata dalla legge di conversione del decreto Bollette e viene introdotta la soluzione della cessione anticipata, proponendo una “quarta cessione” del credito, ovvero da banche ad aziende loro clienti, che sia “liberata dal vincolo che prima si siano esauriti i passaggi ammessi tra le stesse banche”.
Ne deriva che le banche e le società appartenenti a gruppi bancari potranno sempre (anche prima del quarto passaggio) effettuare cessioni “a favore dei clienti professionali privati”, che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, ovvero con la banca capogruppo, senza facoltà di ulteriore cessione.
La novità, oltre alla cessione anticipata, è che ci si potrà rivolgere solo a soggetti qualificati, quali: banche, imprese di investimento, istituti finanziari autorizzati o regolamentati, imprese di assicurazione, organismi di investimento collettivo, fondi pensione, agenti di cambio e, soprattutto, imprese che abbiano determinate caratteristiche, come un fatturato netto di almeno 40 milioni di euro.
Un allentamento dei vincoli che il mondo dell'edilizia chiedeva da tempo per rimettere in moto il meccanismo degli incentivi che negli ultimi mesi è andato a singhiozzo, visto che molte banche hanno raggiunto la capienza massima di crediti che sono in grado di assorbire.
Nel provvedimento approvato definitivamente ieri resta, però, aperta la questione del frazionamento dei crediti: non è stata inserita la possibilità di operare una cessione frazionata, almeno per anno, come richiesto e ipotizzato più volte.
Nel decreto Aiuti, che resta in attesa di pubblicazione ufficiale, trova posto anche un sostegno alle aziende agricole che devono far fronte ai danni economici causati dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni contro la Russia.
Viene istituito un fondo da 20 milioni di euro presso il ministero delle Politiche agricole, che erogherà contributi a fondo perduto alle PMI che hanno subito un calo del fatturato a causa della contrazione della domanda, dell'interruzione di contratti e della crisi delle catene di approvvigionamento.
Così, i fondi per le imprese danneggiate dalla guerra salgono a 150 milioni di euro complessivi, dato che ai 130 milioni del MiSE si aggiunge ora il fondo da 20 milioni del Mipaaf.
Inoltre, dovrebbe entrare anche una norma per accelerare i cantieri per la banda ultralarga. Con tale intervento si consentirebbe alla società Open Fiber di utilizzare la manodopera incrementale derivante dal consorzio recentemente costituito con Aspi nei lavori in concessione per la copertura delle aree a fallimento di mercato.
Il Governo ha cercato, in tal modo, di fronteggiare il problema della carenza di manodopera per i cantieri della banda ultralarga.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".