La Corte di Cassazione, quinta sezione penale, ha respinto il ricorso del legale rappresentante di una s.r.l., gerente di un sito internet, ritenuto responsabile per concorso nel reato di diffamazione. Nel predetto sito era difatti apparso un commento dal contenuto diffamatorio, nel quale un noto personaggio del mondo calcistico veniva apostrofato come “emerito farabutto” e “pregiudicato doc”, con contestuale allegazione del certificato penale.
La Cassazione, con sentenza n. 54946 del 27 dicembre 2016, ha nella specie riconosciuto la responsabilità penale del ricorrente, ancorché il commento incriminato fosse stato autonomamente caricato dal suo autore, altro soggetto. L’imputato infatti, in qualità di gestore, aveva tuttavia mantenuto consapevolmente l’articolo sul sito - dal momento che ne aveva appreso l’esistenza sino a quello del sequestro preventivo del sito medesimo – consentendo che lo stesso esercitasse la sua efficacia diffamatoria.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".