Dichiarazione redditi 2023 tardiva. Quando inviare

Pubblicato il 20 febbraio 2024

Con riferimento al periodo di imposta 2022, l’invio dei modelli dichiarativi Redditi (PF/SP/SC/ENC) ed Irap 2023 era stabilito entro il 30 novembre 2023. Quali sono le conseguenze per chi non ha provveduto?

In soccorso dei soggetti ritardatari c’è l’articolo 2, comma 7, del Decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 22 luglio 1998 che contempla la possibilità di effettuare l’invio tardivo dei detti modelli.

Infatti, la disposizione stabilisce che é valida la dichiarazione inviata con un ritardo non superiore a 90 giorni dalla scadenza, c.d. dichiarazione tardiva.

Dunque, tale termine scade il 28 febbraio 2024, a nulla valendo che l'anno sia bisestile (con i 29 giorni di febbraio).

Per chi non rispetta nemmeno il termine tardivo del 28 febbraio incorre nel caso di dichiarazione omessa che comporta, per la regolarizzazione, un sensibile aumento delle sanzioni da versare.

NOTA BENE: Il termine del 28 febbraio 2024 rappresenta anche la possibilità per coloro che hanno inoltrato i modelli dichiarativi nei termini (30 novembre) per sanare errori od omissioni.

Dichiarazioni tardive

L’apparato fiscale prevede termini rigorosi per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi anche se, in alcuni casi, è possibile adempiere con ritardo.

E’ l’ipotesi della dichiarazione dei redditi tardiva (modello Redditi PF, SC, SP, ENC e Irap), che si sostanzia quando il contribuente presenta la propria denuncia dei redditi entro 90 giorni dalla scadenza prevista dalla legge.

La dichiarazione tardiva – considerata come valida - è accompagnata dall’applicazione di sanzioni piuttosto lievi rispetto al caso di omessa dichiarazione che si ha quando viene oltrepassato anche il termine di 90 giorni alla scadenza originaria.

Per i modelli dei redditi 2023, la dichiarazione tardiva va presentata entro il 28 febbraio 2024 – 90 giorni dal 30 novembre dell’anno scorso - attraverso il portale ed i servizi online messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, oppure avvalendosi di un intermediario.

Oltre all’invio dei modelli, il contribuente è tenuto a versare le sanzioni previste dalle disposizioni normative con il modello di versamento F24.

I due adempimenti vanno eseguiti contestualmente.

Nel caso in cui non siano dovute imposte, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria in misura fissa di 250 euro con possibilità di avvalersi del ravvedimento operoso con riduzione fino a un decimo (art. 13, comma 1, lettera c) del Decreto Legislativo n. 472 del 18 dicembre 1997).

Se, invece, sono dovute imposte va aggiunta la regolarizzazione per la quale si applica la sanzione del 30% per omesso/tardivo versamento.

In conclusione, nel modello F24 presentato dal contribuente tardivo occorre inserire:

Va detto che l’importo è dovuto per ogni dichiarazione tardiva: quindi l’invio del modello Redditi/2023 e Irap/2023 comporta il versamento di 50 euro.

Diversamente, con riferimento al modello Isa, costituendo parte integrante del modello Redditi, non deve aggiungersi alcun importo. Rimangono salvi i benefici del regime premiale Isa anche se la dichiarazione da cui trarre i dati è stata presentata entro 90 giorni dalla scadenza del termine ordinario.

Dichiarazioni omesse

Qualora il contribuente non adempia all’invio della dichiarazione nel termine di novanta giorni previsto per la dichiarazione tardiva, ricade nel caso di dichiarazione omessa.

Per sanare tale irregolarità, può comunque presentare il modello entro il termine per l’invio della dichiarazione per il periodo d’imposta successivo e comunque prima dell’inizio di un controllo fiscale - dichiarazione “ultratardiva“

Per quanto concerne le sanzioni, esse vanno dal 120% al 240% delle imposte dovute con minimo di euro 250; in tal caso è ammesso dimezzare le sanzioni e di non incorrere in quelle penali.

Se non sono dovute imposte si applica la sanzione fissa da euro 250 a euro 1.000 senza possibilità di avvalersi del ravvedimento operoso.

Errori ed omissioni

Entro il termine del 28 febbraio 2024 è possibile effettuare correzioni o integrare omissioni riguardanti i modelli trasmessi entro il 30 novembre 2023; in questo modo si ovvia all’ipotesi di dichiarazione infedele.

Infatti non è considerata infedele ma solo inesatta la dichiarazione integrativa inviata entro il 28 febbraio.

Se si deve aggiungere anche un’imposta non indicata in precedenza, va versata una sanzione nella misura del 30%, regolarizzando l’omesso versamento del saldo 2022 con la sanzione ridotta del 3,75 per cento.

L’invio della dichiarazione integrativa ha un costo di 27,78 euro.

Anni 2024 e 2025, novità

Il termine del 28 febbraio per regolarizzare la mancata presentazione dei modelli dichiarativi dovrebbe essere sostituito in futuro da altre date. Infatti, ai sensi del decreto legislativo n. 1 dell’8 gennaio 2024, è stato modificato il calendario per l’invio dei dichiarativi: a regime, si dovrà provvedere entro il 30 settembre di ciascun anno, con la conseguenza che i modelli tardivi dovranno essere trasmessi entro il 29 dicembre del medesimo anno in cui cade il termine ordinario.

Ma, per il periodo di imposta 2023 (redditi 2024) c’è da tenere presente anche il decreto legislativo di riforma fiscale riguardante il concordato preventivo biennale.  

Tale provvedimento, atteso in Gazzetta Ufficiale, stabilisce che il termine per la presentazione annuale della dichiarazione dei redditi passi al 15 ottobre per il periodo d'imposta 2023.

Di conseguenza, le dichiarazioni tardive andranno inviate entro il 13 gennaio 2025.

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