E’ iniziata ieri, 23 marzo, la votazione in commissione Finanze della Camera del primo pacchetto di emendamenti alla legge di conversione del DL Cessioni (n. 11/2023).
Vediamo le novità approvate.
Certo lo spostamento del termine per la rendicontazione dei lavori effettuati sulle unità immobiliari delle persone fisiche (villette): si passa dal 31 marzo al 30 giugno 2023 con aliquota al 110%, fermo restando il termine per la conclusione dei lavori.
Il relatore al provvedimento, però, afferma che è vicina l’intesa per il rinvio della scadenza al 30 settembre.
Per gli interventi relativi all'abbattimento delle barriere architettoniche non sarà applicato il blocco per cessione dei crediti e sconti in fattura.
Inoltre, per gli interventi in edilizia libera, sono previste deroghe al divieto di cessione e sconto sul corrispettivo stabilito dal 17 febbraio 2023 per:
In assenza di acconti alla data del 17 febbraio, cedente/committente e cessionario/prestatore possono attestare l’esistenza di un accordo mediante dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, accollandosi la responsabilità penale in caso di falsità della dichiarazione.
E’ stata data soluzione alla questione inerente la presentazione di una variante alla Cilas ai fini del rispetto dei termini fissati.
Dunque, per il rispetto del termine del 16 febbraio, si ha riguardo alla data originaria di presentazione della CILAS e non alle variazioni successive.
Approvata una soluzione per coloro rimasti fuori dallo sconto in fattura a causa della mancata registrazione del preliminare di acquisto al 16 febbraio 2023.
Non avrà più rilevanza il preliminare ma si guarderà alla data di presentazione della richiesta “di titolo abilitativo per l'esecuzione dei lavori edilizi”.
Sul punto, il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo a un question time in Aula al Senato ha affermato che sarà trovata una soluzione per tutti gli esodati da provvedimenti di governi precedenti.
Lunedì si dovrà avere il voto decisivo dalla Commissione Finanze e poi il testo arriverà in Aula il 29 marzo.
Ciò complica la situazione di coloro che sono tenuti a comunicare entro il 31 marzo l’opzione alle Entrate. Si auspica che il Governo trovi una soluzione.
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