Il lavoro sul decreto Rilancio prosegue tra puntualizzazioni e interventi urgenti.
Dato il ritardo del decreto, c’è la concreta possibilità che sia un comunicato del Governo ad ufficializzare il rinvio al 16 settembre 2020 dei versamenti fiscali del 16 maggio.
Il Mef qualifica come definitiva la cancellazione del saldo e dell’acconto Irap in scadenza a giugno 2020: dunque, i mancati pagamenti non si ribalteranno sul saldo.
In una nota il Mef giudica priva di fondamento la tesi secondo la quale il saldo e l’acconto Irap dovuti a giugno sarebbero solo rimandati al 2021. Sono definitivamente cancellati per tutti i soggetti con fatturato fino a 250 milioni di euro (ad eccezione di banche, assicurazioni ed amministrazioni pubbliche) "come tra l’altro emerge chiaramente dalla relativa relazione tecnica”.
Il presidente Cndcec, Massimo Miani, è soddisfatto della precisazione: “Il netto chiarimento arrivato da fonti del Mef sulla definitiva cancellazione del saldo e dell’acconto Irap dovuti a giugno - scrive in una nota - è quanto avevamo chiesto ed è molto positivo".
L'auspicio del presidente Miani è che la scelta dell’esecutivo emerga con uguale chiarezza anche dalla lettera della norma "perché, al di là delle ottime intenzioni e di quello che può essere scritto in una relazione tecnica che nessuno ha ancora visto, i dubbi che generava il testo delle bozze ufficiali del Decreto Rilancio erano e sono, in punta di diritto, tutt’altro che privi di fondamento”.
La questione era stata sollevata dal Cndcec in questi termini: il testo delle bozze del decreto Rilancio entrate in Consiglio dei Ministri che circola in queste ore, sul quale si è costretti a ragionare in assenza di testi ufficiali, non consente di considerare l’abbuono del primo acconto Irap 2020 come uno sconto pari al 40% dell’imposta dovuta per questo anno, ma solo come un differimento finanziario al versamento del saldo a giugno 2021 di quanto risulterà dovuto per Irap 2020 a consuntivo.
Prova a tornare nel testo del decreto Rilancio l’autocertificazione per avere dalla Pa i benefici economici comunque denominati, le indennità, le prestazioni previdenziali e assistenziali, le erogazioni, i contributi, le sovvenzioni, i finanziamenti, i prestiti, le agevolazioni e le sospensioni. La semplificazione chiesta dall’Abi è funzionale all’accelerazione delle pratiche in banca sui prestiti garantiti.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".