Ddl di Bilancio 2020. Via libera dal Senato
Pubblicato il 17 dicembre 2019
Il testo del Ddl di Bilancio 2020 ha concluso il suo iter al Senato con l’approvazione del voto di fiducia al maxi emendamento.
Palazzo Madama ha decretato l’inammissibilità per 15 norme del provvedimento, fra cui la Tobin tax sul trading, lo slittamento al 2022 della fine del regime di maggior tutela per le bollette elettriche e la cannabis light.
L’obiettivo primario è stato raggiunto: i paventati aumenti di Iva ed accise sono stati sterilizzati per il 2020.
Ddl di Bilancio 2020. Le conferme
Il testo finale uscito dall’aula del Senato comprende:
- la detrazione, dal 2020, del 90% per il rifacimento delle facciate degli edifici;
- il conglobamento della Tasi nell’Imu;
- l’eliminazione, da settembre 2020, del superticket su visite ed esami;
- l’introduzione della plastic tax (45 centesimi il chilo e primo versamento a ottobre) e della sugar tax (da ottobre);
- la stretta sulle auto aziendali limitata a quelle più inquinanti;
- il nuovo credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative delle imprese;
- la rideterminazione del valore fiscale dei terreni e delle partecipazioni dei privati con imposta all’11%;
- la rivalutazione dei beni di impresa con aliquote ridotte (si passa dal 16% al 12% per i beni ammortizzabili e dal 12% al 10% per quelli non ammortizzabili);
- la reintroduzione dell'Ace, già dal 2019, al posto della Mini-Ires;
- l’istituzione di un rating di affidabilità fiscale per il contribuente, costituito dal riscontro tra le risultanze dell'anagrafe dei rapporti finanziari e quelle delle dichiarazioni fiscali. Al verificarsi di incongruenze, l'Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza possono verificare la posizione del contribuente attraverso l'incrocio delle informazioni presenti nelle altre banche dati dell'anagrafe tributaria.
Ddl di Bilancio 2020. Flat tax
Cancellata del tutto la possibilità di un regime forfetario per redditi tra 65 e 100mila euro, per i contribuenti con ricavi e compensi realizzati nell'anno 2019, di ammontare non superiore a 65.000 euro si continua con la flat tax. Previste, però, una nuova condizione di accesso ed una causa di incompatibilità:
- nell'anno precedente, non bisogna avere a carico spese complessive superiori a 20mila euro lordi per lavoro dipendente anche nell'ambito del lavoro accessorio di cui al decreto legislativo 276/2003, come pure per collaboratori borsisti, contratti a progetto nonché le somme erogate sotto forma di utili da associazione in partecipazione;
- non sono ammessi coloro che nell'anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati eccedenti 30mila euro.