Dal Consiglio nazionale Forense giunge la proposta di unificare i quattro nuovi elenchi ed albi professionali degli esperti in crisi di impresa, segnatamente relativi a:
E' quanto si legge in un comunicato pubblicato il 1° luglio 2022 sul sito del CNF e con cui si informa degli emendamenti inviati alla Guardasigilli, Marta Cartabia, in merito al nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza, di cui è ormai prossima l'entrata in vigore (15 luglio 2022).
Il raccordo degli albi - secondo gli avvocati - renderebbe omogenea la formazione obbligatoria e l’aggiornamento, semplificando così anche l'impegno della Scuola superiore della magistratura di redigerne i programmi.
Verrebbe anche limitato "l’aggravio di oneri a carico dei professionisti", soprattutto per quelli più giovani, conseguenti alla obbligatoria partecipazione ai corsi di formazione.
Secondo quanto si apprende, il CNF avrebbe inoltre chiesto di emendare gli articoli 356 e 358 del Codice della crisi e di rendere la procedura di liquidazione controllata attivabile dal solo debitore e non anche dal Pm e dai creditori, come invece previsto dal recente decreto Insolvency.
Considerando, infatti, l'attuale quadro economico che colpisce gravemente vaste fasce sociali, si eviterebbe, così "di trovarsi di fronte a un enorme numero di procedure di difficile gestione da parte delle autorità giudiziali" e "un non trascurabile rischio d’incrementare le probabilità dell’odioso fenomeno della usura".
Il Consiglio Nazionale Forense, infine, ha posto in evidenza la parziale incongruenza del regolamento sul funzionamento dell’Albo dei gestori della crisi d'impresa con le modifiche del Codice della crisi intervenute successivamente alla data del 3 marzo 2022, modifiche "che rendono, allo stato, problematica la c.d. prima popolazione dell’albo".
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