Conte ha firmato il Dpcm che dal 5 novembre e fino al 3 dicembre 2020 stringe le maglie in tutta Italia, con regole più dure in due zone con scenario di elevata (scenario 3) e massima gravità (scenario 4). Al centro del dibattito con le regioni i ristori, il premier rassicura: un decreto ristori bis in settimana per erogare subito le risorse che saranno stanziate. Novità dell’ultim’ora: parrucchieri e barbieri resteranno aperti anche nelle aree rosse.
Tra le misure nazionali, con possibilità di ordinanze più restrittive da parte delle Regioni, il testo dovrebbe contenere: un coprifuoco dalle 22 alle 5 (servirà l’autocertificazione per spostarsi per ragioni di lavoro necessità e salute dopo le 22); la chiusura di bar e ristoranti alle 18 (ma con la possibilità di restare aperti per il pranzo della domenica); la capienza dei mezzi pubblici al 50% per il trasporto locale e il trasporto ferroviario regionale (tranne che per gli scuolabus); la chiusura di musei; la chiusura nelle giornate festive e prefestive di medie e grandi strutture di vendita, ad eccezione delle farmacie, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole; il ricorso allo smart working nel pubblico e nel privato; lo stop ai concorsi, tranne per il personale della sanità; lo stop alla movida; la chiusura dei “corner” adibiti alle attività di scommesse e giochi ovunque siano collocati (anche slot machine di bar e tabaccai); la didattica solo a distanza per le scuole superiori.
Le zone ad alto rischio (3 e 4) arancioni e rosse, che vedono forti restrizioni sugli spostamenti, sono investite da ulteriori restrizioni:
Non è certa la collocazione delle Regioni nelle zone ad alto rischio. Si parla della zona rossa per Lombardia, Piemonte, Alto Adige, Valle d’Aosta e Calabria. E della zona arancione per Liguria, Puglia e Sicilia. La Campania è ancora tra la zona rossa e l’arancione.
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