Il fatto di pretendere che il ricorrente concluda il proprio ricorso in Cassazione con un paragrafo di sintesi, che riassuma i ragionamenti seguiti e che spieghi il principio di diritto che si assume violato, non costituisce un onere eccessivo per la parte ed il suo avvocato e non comporta violazione delle regole del giusto processo di cui all'art. 6 Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Pertanto, la decisione di irricevibilità del ricorso che manchi di tale sintesi, non può passare per interpretazione troppo formale e rigorosa da parte del giudice nazionale, nell'ambito della sua discrezionalità.
A stabilirlo la Corte di Giustizia europea, con sentenza del 15 settembre 2016 – Affare Trevisanato c. Italia - respingendo un ricorso contro l’Italia, che aveva avuto origine dalla decisione della nostra Corta Suprema di bocciare un ricorso, chiedendo che il ricorrente esplicitasse la questione di diritto, quale chiave di lettura per poter fissare la regola iuris suscettibile di trovare applicazione in casi assimilabili.
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