Coronavirus, Consulenti: sospensione dei versamenti tributari. Lettera a Conte

Pubblicato il 12 marzo 2020

In una situazione di grande emergenza epidemiologica causata dal propagarsi repentino del Coronavirus (COVID-19), giunge forte la richiesta del CNO dei Consulenti del Lavoro per far fronte alle esigenze di famiglie, professionisti, lavoratori e aziende dell’intero Paese. La presidente dei CdL, Marina Calderone, in un comunicato stampa datato 11 marzo 2020, ha chiesto la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari in tutta Italia.

Secondo i CdL manca una norma di raccordo che estenda a tutti i cittadini, i professionisti, le imprese e gli enti residenti o aventi sede legale o operativa sul territorio nazionale la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari, di quelli derivanti da cartelle di pagamento e avvisi di addebito presso gli agenti della riscossione, delle rate da rottamazione ter e saldo e stralcio.

Coronavirus, le richieste dei Consulenti del Lavoro

Dopo l’estensione della “zona rossa” a tutto il territorio nazionale, come decretato dal Dpcm 9 marzo 2020, i CdL chiedono al governo di adottare provvedimenti che vadano incontro alle esigenze di tutte le famiglie, i professionisti, i lavoratori e i datori di lavoro italiani.

In particolare, l’idea del CNO dei Consulenti di Lavoro è di sospendere, in tutta Italia, gli adempimenti e i versamenti:

Sospensione richiesta anche per quanto riguarda l’iscrizione annuale alla CCIAA e delle relative sanzioni.

Consulenti: lettera al Premier

Inoltre, in una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte, datata 11 marzo 2020, la Presidente Calderone invita il governo a introdurre misure di sostegno al reddito, volte ad assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali, contenendo il rischio dell’avvio di procedure di licenziamento.

Particolare attenzione è stata posta in materia di cassa integrazione in deroga. Sul punto, ad avviso dei CdL, è necessario un intervento del governo che consenta alle aziende e ai professionisti che, per limiti dimensionali, non possono accedere agli strumenti di sostegno al reddito già individuati dal D.Lgs. n. 148/2015, di poter accedere ad interventi oggi indispensabili per il prosieguo delle loro attività, attualmente a rischio di chiusura.

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