In vista della prossima scadenza del 16 aprile 2020 per il pagamento di Iva, ritenute e contributi, non sospesa, il Governo sta pensando ad un’ulteriore proroga al 31 maggio 2020. Di più. Si ipotizza un rinvio generalizzato, ossia non settoriale, pur con alcuni paletti.
L’ammontare spartiacque di ricavi o compensi potrebbe salire a 10 milioni di euro. Potrebbe essere necessaria una moratoria delle sanzioni per chi resta confuso dal dedalo di rinvii.
La ripresa dei versamenti riguarda imprese e professionisti con ricavi o compensi 2019 sotto i due milioni di euro.
Si ricorda che la proroga - ex decreto Cura Italia - ha interessato l’appuntamento del 16 marzo 2020, per:
Alla ripresa dei versamenti potrebbero essere interessati, dunque se il Governo non intervenisse, anche i residenti delle città più colpite dall'emergenza Coronavirus: Bergamo, Cremona, Lodi (Lombardia) e Piacenza (Emilia Romagna).
In tal caso, la sospensione non era legata ai ricavi/compensi riferiti al 2019 e non rinviava l'obbligo di versare al Fisco le ritenute fiscali e i contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti.
Le imprese del settore turistico-alberghiero, dello sport, dell'intrattenimento dell'arte e della cultura, del trasporto e della ristorazione, dell'educazione e dell'assistenza, riprendono i versamenti dell’Iva, ma non quelli di ritenute e contributi, sospesi fino ad 30 aprile 2020.
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