Si è tenuto il 19 febbraio a Milano, presso l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, il convegno dal titolo: “Brexit 2020: primo focus sui principali effetti per imprese e professionisti”.
Il Presidente della Commissione Fiscalità Internazionale Odcec di Milano, Roberto Franzé, ha illustrato l'impatto fiscale applicativo della Brexit, evidenziando come questo si articoli in due momenti:
disciplina transitoria, che regola i rapporti tra Regno Unito e Unione europea fino al 31 dicembre 2020;
disciplina successiva, che sarà oggetto del negoziato tra il governo britannico e l'Unione europea.
L’Aspetto su cui si è voluto porre l’accento è che durante il periodo transitorio, che terminerà a dicembre 2020, varrà il principio generale della continuità fiscale, che si articola in tre diversi corollari.
In base a quanto sancito espressamente nell’Accordo di ritiro del Regno Unito dall’Unione europea (articolo 127), infatti:
il diritto della UE continuerà ad applicarsi al Regno Unito come uno Stato membro, anche ai fini fiscali;
il diritto della UE produce lo stesso effetto sugli Stati membri, con continuità normativa e interpretativa;
fino al 31/12/2020 i riferimenti normativi agli stati membri comprendono anche il Regno Unito.
Il Diritto dell'Unione, quindi, non è solo quello degli atti adottati, ma anche di tutte le direttive e di tutti i regolamenti che rimangono perfettamente in vigore fino al 31/12/2020.
Non è chiaro cosa accadrà dopo il 31 dicembre 2020, ma già entro il primo luglio si dovranno avere delle regole definite sui nuovi accordi relativi ai rapporti UE e Regno unito, per scongiurare lo scenario del no-deal.
I rappresentanti del governo britannico presenti al Convegno di Milano confermano che l'ambizione del governo inglese è quella di raggiungere un accordo tra Regno Unito e Unione europea sul modello dell'accordo di libero scambio in vigore attualmente con il Canada.
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