Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 5 dell'8 gennaio 2022, il decreto del Ministero dello sviluppo economico del 2 novembre 2021 recante ulteriori modifiche al decreto 9 dicembre 2014 in materia di contratti di sviluppo.
In particolare, con le suddette modifiche si è voluto:
introdurre nuovi requisiti di accesso in grado di indirizzare il sostegno pubblico, anche in via ordinaria, verso programmi di sviluppo in grado di determinare un maggiore impatto sulla competitività del sistema produttivo nazionale;
rendere ulteriormente selettivo il ricorso alla procedura finalizzata alla sottoscrizione di Accordi di sviluppo (procedura fast track);
introdurre ulteriori specificazioni relativamente all’iter amministrativo.
Il Ministero dello sviluppo economico può fornire le necessarie indicazioni operative per la corretta applicazione delle disposizioni di cui al citato decreto, intoducendo ulteriori specificazioni nella definizione dell’iter agevolativo nonché integrazioni nell’ambito del decreto 9 dicembre 2014 e nelle specifiche disposizioni recate dall’art. 1, comma 84, della legge 30 dicembre 2020, n. 178.
Con una news che ha seguito la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta, il ministro Giorgetti ha fatto sapere di aver destinato circa 2,2 miliardi di euro per la realizzazione di almeno 40 progetti nei settori automotive, microelettronica e semiconduttori, metallo ed elettromeccanica, chimico-farmaceutico, turismo, design, moda e arredo, agroindustria e tutela ambientale.
Le agevolazioni verranno erogate attraverso i contratti di sviluppo.
Infatti, la dotazione finanziaria dei Contratti di sviluppo, pari a 450 milioni di euro stanziati nella Legge di bilancio 2022, verrà ulteriormente integrata con le risorse previste dal PNRR.
In particolare, sono disponibili 750 milioni di euro per progetti d’investimento legati alla digitalizzazione, innovazione e competitività delle filiere del made in Italy e 1 miliardo di euro per rafforzare gli investimenti, anche in ricerca e innovazione, sulle principali filiere della transizione ecologica, favorendo anche i processi di riconversione industriale con la costruzione di Gigafactory per realizzare batterie e pannelli fotovoltaici e per l’eolico.
La finalità è quella di rafforzare la competitività delle filiere industriali strategiche del Paese, che è tra le priorità indicate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ogni progetto d’investimento finanziato dovrà essere funzionale alla nascita, allo sviluppo o al rafforzamento di imprese appartenenti a filiere strategiche che siano in grado di aumentare la produttività e la crescita economica del Paese oltre che generare un impatto positivo sull’occupazione.
A tal fine, assume rilevanza strategica la clausola introdotta nella nuova normativa, che riguarda la valutazione dei progetti e la concessione degli incentivi previsti dai Contratti di sviluppo.
Infatti, le imprese che presenteranno richiesta di accesso agli strumenti agevolativi, nel caso in cui a seguito della realizzazione del programma di sviluppo sia previsto un incremento occupazionale, dovranno impegnarsi ad assumere in via prioritaria i percettori di interventi di sostegno al reddito, disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo e lavoratori di aziende coinvolte in tavoli di crisi attivi presso il MiSE.
Per quanto riguarda le agevolazioni, si ricorda che a fronte dei programmi di spesa effettuati dalle imprese all'interno dei contratti di sviluppo potranno essere concessi finanziamenti agevolati, contributi in conto interessi, in conto impianti e in conto spese, anche in combinazione tra loro.
L’entità delle agevolazioni, nel rispetto dei limiti delle vigenti norme in materia di aiuti di Stato, è determinata sulla base della tipologia di progetto, dalla localizzazione dell’iniziativa e dalla dimensione di impresa, fermo restando che l’ammontare e la forma dei contributi concedibili vengono definiti nell’ambito della fase di negoziazione.
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