Confermata la condanna per diffamazione a chi utilizza espressioni discriminatorie
Pubblicato il 13 marzo 2010
La Cassazione, sentenza n. 10164 del 12 marzo 2010, ha confermato la decisione con cui i giudici di merito avevano condannato per diffamazione un giornalista ed un sindacalista che, in un articolo di stampa locale, avevano utilizzato alcune espressioni come “Carcere, per dirigerlo serve un uomo” che avevano offeso la reputazione della direttrice di una struttura penitenziaria.
Secondo la Corte di legittimità - che ha riconosciuto anche il diritto al risarcimento in favore della donna a cui era rivolto l'articolo - i giudici di merito avevano correttamente ritenuto che la frase utilizzata fosse oggettivamente diffamatoria essendo, di per sé, idonea ad affermare la responsabilità sia dell'intervistato che dell'intervistatore: “Si tratta di una dichiarazione che è certamente lesiva della reputazione della direttrice, trattandosi di un suggerimento assolutamente gratuito, sganciato dai fatti e che costituisce una mera valutazione, ripresa a caratteri cubitali nel titolo, nel quale si puntualizza proprio la necessità di affidare la direzione del carcere comunque a un uomo”.