Commercialisti. Dai cluster la soluzione all’emergenza economica da Coronavirus

Pubblicato il 24 aprile 2020

Dai commercialisti un aiuto concreto per delineare la cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus, che dovrebbe partire dal prossimo 4 maggio.

Governo, task force, Regioni ed Enti locali stanno studiando come mettere in atto quella fase di allentamento delle misure di distanziamento sociale, seppure con ancora molte regole da rispettare allo scopo di contenere il contagio.

In questo scenario, in cui si profilano diverse ipotesi, anche la categoria dei commercialisti è al lavoro per offrire un aiuto concreto alla politica e alle associazioni datoriali per uscire dalla fase emergenziale.

Il Consiglio Nazionale e la Fondazione Nazionale dei dottori commercialisti hanno messo a punto un documento con il quale elaborare un piano d’azione in grado di entrare nel dettaglio dei singoli comparti e superare la normativa emergenziale fin qui adottata.

Il lavoro si fonda su un’analisi differenziata dei singoli cluster produttivi: al momento ne sono stati individuati cinque, tra cui il made in Italy, suddiviso a sua volta in cinque categorie (agroalimentare, turismo, cultura, moda, meccanica).

I suddetti cluster vengono immaginati come raggruppamenti d’impresa che, partendo dal settore di appartenenza, tengono conto di interrelazioni produttive specifiche tipiche di filiere e distretti.

Secondo il segretario del Cndcec, Achille Coppola, “è fondamentale partire da una conoscenza approfondita del settore, perché solo la familiarità dei processi ci consente poi di applicare al meglio le competenze di tipo contabile e fiscale”.

Come evidenziato anche dal consigliere nazionale Giuseppe Laurino, “sono le stesse aziende a chiedere specialisti di singoli settori. Competenze specifiche che abbiamo organizzato nei gruppi di lavoro di questo documento, che infatti offre contributi per ciascun cluster".

Il lavoro rientra nel Progetto “Attività d’Impresa”, che la categoria ha messo a punto per il rafforzamento di competenze specifiche della professione, con l’obiettivo preciso di creare specializzazioni di tipo verticale, come si legge nell’Informativa n. 17/2020 del 6 marzo scorso.

Commercialisti: meno burocrazia per le imprese e accesso facilitato alla liquidità

Il denominatore comune trasversale a ogni cluster, secondo i commercialisti, è la riduzione degli adempimenti burocratici.

Consapevoli che neanche il sistema emergenziale è stato in grado di evitare le farraginosità del sistema burocratico italiano, tanto che la stessa burocrazia ha reso complicato non solo l’implementazione delle singole misure economiche, ma, soprattutto, la gestione delle stesse, i commercialisti chiedono ora di poter agire in chiave sussidiaria rispetto alla Pubblica Amministrazione.

L’obiettivo è quello di rendere i processi più fluidi, proponendosi come una sorta di corpo intermedio in grado, per esempio, di velocizzare i tempi di accesso alla liquidità.

Tra le proposte della categoria per accelerare l’uscita dalla fase emergenziale delle imprese, vi è infatti proprio l’accesso facilitato al credito attraverso l’intermediazione dello stesso commercialista in qualità di garante dei conti e del business plan.

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