Il Consiglio dei ministri, riunitosi lunedì 11 dicembre, ha approvato, in via definitiva, tre decreti legislativi che introducono disposizioni integrative e correttive ai decreti di attuazione della riforma della Pubblica amministrazione.
Tra questi decreti vi è anche quello che modifica alcune disposizioni del Codice dell’amministrazione digitale, in conformità a quanto previsto dalla legge delega, al fine di accelerare l’attuazione dell’agenda digitale europea, dotando cittadini, imprese e amministrazioni di strumenti e servizi idonei a rendere effettivi i diritti di cittadinanza digitale.
Uno dei decreti legislativi attuativi della riforma della Pubblica amministrazione è quello che apporta integrazioni al Dlgs n. 179/2016, recante modifiche e integrazioni al Codice dell’amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n 82 (CAD).
Le finalità di questo nuovo intervento correttivo sono le seguenti:
proseguire nell’opera di razionalizzazione delle disposizioni contenute nel CAD e di deregolamentazione già avviata;
rafforzare la natura di “carta di cittadinanza digitale” della prima parte del Codice, attribuendo a cittadini e imprese il diritto ad una identità e ad un domicilio digitale, per consentire loro la fruizione di servizi pubblici online in maniera semplice e mobile-oriented, per partecipare effettivamente al procedimento amministrativo per via elettronica e per effettuare pagamenti online;
promuovere integrazione e interoperabilità tra i servizi pubblici erogati dalle diverse amministrazioni;
garantire maggiore certezza giuridica in materia di formazione, gestione e conservazione dei documenti digitali;
rafforzare l’applicabilità dei diritti di cittadinanza digitale e accrescere il livello di qualità dei servizi pubblici e fiduciari in digitale;
promuovere un processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico e garantire un utilizzo più efficace dei dati pubblici attraverso moderne soluzioni di data analysis.
Il Premier Gentiloni nell'annunciare l'approvazione del provvedimento su Twitter si è così espresso: “Via libera a correttivo del codice digitale. Big data per la Pa. Il team digitale di Palazzo Chigi funziona e continua il suo lavoro”.
Una prima novità contenuta nell'ampio decreto di modifica del Dlgs 82/2005 è quella che prevede che gli indirizzi PEC e i recapiti digitali possano essere utilizzati solo per le comunicazioni aventi valore legale e per le comunicazioni da parte di enti pubblici. Per usi diversi, come per esempio quello del marketing, è necessario il consenso del titolare della Posta elettronica certificata.
Infatti, al fine di limitare le comunicazioni elettroniche indesiderate, si prevede il generale divieto espresso di utilizzi diversi: nel testo è previsto che il domicilio digitale non deve diventare il luogo virtuale in cui facilmente accatastare messaggi di spam.
Altra importante novità è quella che riguarda il cambio di denominazione. Non si parlerà più di Posta elettronica certificata, ma di domicili digitali e gli elenchi delle PEC diventano elenchi di domicili digitali. Inoltre i domicili digitali comprenderanno sia l'indirizzo di PEC sia il servizio elettronico di recapito certificato qualificato.
Sono previsti tre elenchi dei domicili digitali:
Nello stesso Cdm dell'11 dicembre, come si legge nel comunicato stampa n. 61, è stato approvato anche un decreto che recepisce la direttiva dell’Unione europea sui servizi di pagamento nel mercato interno (cosiddetta PSD 2 – Payment Services Directive) e adegua la normativa nazionale al regolamento Ue relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carta.
Il provvedimento ha come obiettivo quello di ampliare i diritti dei titolari di conti che effettuano servizi di pagamento, per esempio abbassando la franchigia massima da 150 a 50 euro in caso di pagamenti non autorizzati. Per quanto riguarda le spese, invece, è previsto che non si possono addebitate spese al cliente (comunque denominate), inerenti alle informazioni e alle comunicazioni previste ai sensi di legge se relative a servizi di pagamento, indipendentemente dagli strumenti di comunicazione utilizzati.
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