La Legge di bilancio 2023 ha previsto un insieme articolato di misure, identificato unitariamente con la denominazione di “Tregua fiscale”, che permette ai contribuenti di definire con modalità agevolate la pretesa tributaria.
Tali misure riguardano diverse fasi del rapporto Fisco-contribuente, che vanno dalla dichiarazione al versamento, dall’accertamento alla riscossione, fino al contenzioso innanzi agli organi di
giustizia tributaria.
Le possibilità contemplate dalla normativa per mettere pace ai rapporti con il Fisco hanno, però, evidenziato - a detta soprattutto della categoria professionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili - alcune incoerenze che meritano di essere corrette.
Il Cndcec, infatti, ravvisa alcuni aspetti suscettibili di miglioramenti sia con riguardo al testo normativo vigente sia con riferimento all’opportunità di ampliarne il perimetro applicativo.
Per tali ragioni, il Consiglio Nazionale ha trasmesso, nei giorni scorsi, al Viceministro all’Economia e alle Finanze, Maurizio Leo, un documento contenente tutte le proposte della categoria finalizzate a modificare le disposizioni relative alla cosiddetta “Tregua fiscale” di cui alla Legge di bilancio 2023”, confidando che le proposte avanzate trovino subito accoglimento.
NOTA BENE: L’obiettivo delle proposte inviate al viceministro dell’Economia è quello di evitare disparità di trattamento.
Tra le osservazioni avanzate vi è quella secondo la quale all’appello mancano proprio alcune fattispecie, con il rischio di generare differenze di trattamento tra contribuenti.
Tra le proposte avanzate dal Cndcec vi è quella dell’estensione della sanatoria degli avvisi bonari anche alle comunicazioni relative al controllo formale delle dichiarazioni.
In base alla norma vigente, le violazioni emergenti dal controllo formale possono essere oggetto di ravvedimento speciale, ma non possono essere definite se c’è già stato l’avviso bonario, in quanto la definizione degli avvisi bonari riguarda solo la liquidazione automatica delle dichiarazioni e le liquidazioni IVA periodiche.
L’esclusione delle comunicazioni relative al controllo formale delle dichiarazioni dal campo di applicazione della definizione agevolata degli avvisi bonari, secondo i commercialisti, penalizza ingiustificatamente i contribuenti destinatari di tali comunicazioni.
È auspicabile, quindi, una modifica in base alla quale anche gli avvisi bonari da controllo formale possano essere definiti.
Inoltre, si dovrebbe garantire anche ai contribuenti più virtuosi che si siano avvalsi degli istituti deflativi del contenzioso (quali accertamento con adesione, reclamo/mediazione, conciliazione e acquiescenza) e che siano in regola con i piani di rateazione sottoscritti, la possibilità di beneficiare della riduzione delle sanzioni a un diciottesimo del minimo, analogamente a quanto previsto per chi è in regola con i piani di rateazione relativi agli avvisi di bonari derivanti dai controlli automatizzati della dichiarazione.
Infine, si è espressa anche la necessità di rimuovere l'attuale doppio binario fiscale/previdenziale sul quale si regola la definizione agevolata delle liti pendenti. Nel dettaglio, la richiesta è quella di estendere la definizione anche ai contributi previdenziali e assistenziali la cui base imponibile è riconducibile a quella delle imposte sui redditi determinati in dichiarazione.
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