No dei commercialisti alla soppressione dei piccoli Ordini locali; in progetto un gestionale di categoria per la fatturazione elettronica, gratuito per gli studi piccoli.
Si è tenuta la prima assemblea Cndcec con gli Ordini territoriali sulla riforma dell’ordinamento professionale (Dlgs 139/2005), per la prima volta aperta alle associazioni e agli iscritti.
Un secondo incontro è annunciato dal presidente Cndcec, Miani, per settembre.
“Stiamo bandendo una gara con le società di software per avere un portale nostro per la fatturazione elettronica”, è l'annuncio di Miani, servirà per rassicurare i clienti prendendo in carico il problema della fatturazione elettronica.
E non è tutto. Il progetto si allargherà ad “una società di software nostra”, come la definisce il presidente Cndcec, chiamando in causa le Casse previdenziali Cnpadc, dei dottori commercialisti, e Cnpr, dei ragionieri, come investitori: “Penso che sia arrivato il momento di averne una tutta nostra, in modo da non essere più schiavi delle varie società di software e diventare i primi interlocutori del Fisco anche sullo sviluppo tecnologico”.
I commercialisti insisteranno sulla reintroduzione delle tariffe minime, perché:
Parlare di esclusive, spiega Miani, è anacronistico, ha senso parlare di riserve ma non nell’ordinamento professionale.
Per Andrea Ferrari dell’Aidc, invece: “A noi è stata devoluta una fase importante del processo amministrativo, deve essere riconosciuta la nostra attività di pubblico servizio”.
Marco Cuchel, presidente Anc chiede prima una regolamentazione del mercato fiscale poi anche le esclusive.
Intanto, l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica a decorrere dal 1° gennaio 2019 costituisce una novità di rilevante impatto per la categoria professionale.
L’esortazione a prendere parte attiva a questo cambiamento emerge nel documento Cndcec-Fnc: “La Fatturazione Elettronica: elementi di comparazione con gli ordinamenti degli altri paesi, criticità da ponderare e proposte da considerare per la fluidità del processo”.
Si propone un’analisi comparativa delle legislazioni in materia degli altri Stati UE ed extra-UE e si evidenziano aspetti critici e opportunità che possono essere determinate dalla generalizzazione del suddetto obbligo.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".