Un convegno organizzato dal Cndcec - 13 maggio 2019, a Roma - ha approfondito il tema de “Le nuove Norme di comportamento del collegio sindacale di società quotate”, pubblicate dal Consiglio nazionale nel 2018.
In proposito, il presidente Massimo Miani ha spiegato che le norme “evidenziano, rispetto all’edizione rilasciata nel 2015, le modifiche necessarie al fine di adeguarne i contenuti al mutato contesto normativo, con particolare riferimento al ruolo che il Collegio ricopre quale comitato per il controllo interno e la revisione contabile degli Enti di interessi pubblico”.
Dal delegato al diritto societario, Massimo Scotton, la premessa: “Le previsioni di cui al novellato art. 19 del D.lgs. n. 39/2010, relative ai rapporti del comitato per il controllo interno e la revisione contabile con il revisore legale o con la società di revisione hanno richiesto un approfondimento specifico… tra le novità più significative, l’introduzione di una nuova norma relativa all’autovalutazione del collegio sindacale che, traendo spunto dalla regolamentazione e dalla prassi relative alle istituzioni finanziarie, esplicita la necessità che l’organo di controllo si sottoponga, assumendone diretta responsabilità, ad un periodico processo interno di valutazione circa la ricorrenza – e la permanenza – dei requisiti di idoneità dei componenti e circa la correttezza e l’efficacia del proprio funzionamento”.
Lo stesso Scotton, intervenendo al convegno, ha sottolineato che la complessità delle attività del collegio nelle quotate implica necessariamente un adeguato trattamento economico, in quanto l’impegno è “assorbente, quindi comporta ore di lavoro non delegabili né rinviabili”.
Sul punto si è aggiunto Marco Seracini, del gruppo di lavoro Cndcec, che ha bollato come non più ammissibili cumuli di “40, fino a 42 incarichi che poi finiscono per costare più in avvocati che in remunerazione”.
Francesca Fiore, Consob, nell’evidenziare la necessità del dialogo preventivo e la preminenza della collaborazione con le società sull’aspetto sanzionatorio, commenta: “Riteniamo la bozza sull’autovalutazione del collegio molto utile, abbiamo solo suggerito di precisare che i requisiti di indipendenza devono essere forniti dagli stessi membri anche sui rapporti passati. Invece molte volte vediamo solo esame di schede con caselle barrate, ma secondo noi dovrebbero essere strutturate in altro modo”.
La rappresentante della Consob ha, poi, aggiunto che nelle guidance è positivo che ciascun sindaco sia tenuto a fornire ampia disclosure sui rapporti sensibili su cui si esprimerà il collegio e, sull’indipendenza: “nelle quotate gli incarichi professionali sono ostativi all’incarico, vediamo spesso nelle Ipo che i sindaci sono stati consulenti della società. Per Consob questo non è possibile. Inserire i propri consulenti nelle quotate può andare, ma nel Cda, non come amministratore indipendente. Ovviamente tutti gli amministratori, anche con deleghe, devono essere indipendenti. Noi su questo facciamo monitoraggio, chiediamo a voi molta attenzione”.
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