L’Associazione Nazionale Forense rende nota, accogliendola con particolare favore, la notizia della presentazione del progetto di legge sugli avvocati monocommittenti, progetto illustrato dall’on. Chiara Gribaudo nel corso dei lavori della Conferenza nazionale di ANF, tenuta a Bari dal 22 al 25 giugno 2017.
E’ il Segretario generale, Luigi Pansini, a dichiararlo in un comunicato stampa diffuso il 28 giugno 2017 a seguito, appunto, della presentazione, in pari data, della citata proposta di legge da parte della Cgil.
Quest’ultima, interverrebbe a modifica del nuovo ordinamento forense prevedendo l’eliminazione dell'incompatibilità tra lavoro dipendente e professione di avvocato nonché, in particolare, sancendo che l'incompatibilità non si verifichi per gli avvocati che svolgano attività di lavoro dipendente, o parasubordinato in via esclusiva presso lo studio di un altro avvocato, o associazione professionale o società tra avvocati o multidisciplinare, sempre che la natura dell'attività svolta dall'avvocato sia esclusivamente quella riconducibile ad attività propria della professione forense.
“Finalmente” – sottolinea Pansini – “arriva dalla politica una proposta legislativa per affrontare il fenomeno degli avvocati sans papier il cui unico committente è lo studio legale presso il quale lavorano”.
Da tanto tempo – si legge nel comunicato - si protrae la situazione degli avvocati che esercitano in regime di mono committenza, situazione definita come “spinosa”, “tanto che la stessa Cgil sul tema ha meritoriamente preso le mosse dalle elaborazioni dell’ANF del 2010 e del 2012”.
Mai negli anni si è avuto un intervento in tale senso mentre, nel frattempo, è entrata anche in vigore la Legge ordinamentale n. 247/2012 che, per l’ANF, sarebbe nata “vecchia”.
La presentazione di questo disegno di legge, costituirebbe, quindi, “un ottimo punto di partenza, per affrontare anche gli aspetti previdenziali che toccano sia il mono committente che il titolare dello studio e che vanno inseriti ovviamente nell’ambito d’azione della Cassa Forense e non della gestione separata dell’Inps”.
In detto contesto, l’ANF si rende disponibile ad assumere una posizione attiva nella discussione della riforma, impegnandosi a presentare le istanze provenienti dalla giovane avvocatura, “con un confronto costante con la politica e le forze sociali che hanno compreso che ci sono tanti colleghi da tutelare e valorizzare e che esercitano la professione con forme e modalità diverse da quelle cui la società italiana è abituata da decenni a questa parte”.
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