Arriva puntuale anche quest'anno la circolare di Assonime che analizza le principali novità che sono state apportate al modello Redditi-Sc/2017 (ex modello Unico).
Si tratta della circolare n. 17 del 28 giugno 2017 dal titolo: "Redditi 2017-SC – IRAP 2017".
Nel documento di prassi un'analisi principale vine fatta sugli aspetti della fiscalità internazionale, alla luce delle modifiche normative intervenute. Così, particolare spazio viene dedicato:
In ambito nazionale, invece, in merito al reddito d'impresa assumono rilevanza le modifiche in tema di rinuncia ai crediti da parte dei soci e in materia di Ace; analizzate anche le modifiche apportate alla disciplina IRAP.
La circolare n. 17/2017 di Assonime si sofferma in particolar modo sugli aspetti più critici della disciplina delle Cfc, anche alla luce delle modifiche introdotte dalle leggi di stabilità per il 2015 e il 2016 e dal cosiddetto decreto internazionalizzazione (Dlgs n. 147/2015).
Tutte queste modifiche - secondo Assonime - creano “problemi di varia natura” ai gruppi che si apprestano a redigere la dichiarazione.
In particolare, oggi esistono due regimi speciali rilevanti per l’applicazione della disciplina delle Cfc: uno regolato dall'articolo 167, comma 4 del Tuir e uno disciplinato dall'articolo 8-bis.
A partire dall'anno 2016, la disciplina delle Cfc trova applicazione quando il livello nominale dell’aliquota di tassazione dello Stato estero è inferiore al 50% di quello applicabile in Italia e, pur essendo lo Stato estero a fiscalità ordinaria, la controllata fruisce di regimi speciali che “derogano” all’ordinamento del Paese di riferimento.
Tuttavia vi sono difficoltà ad individuare gli Stati o i territori che rientrano in ciascun perimetro applicativo dei due diversi regimi speciali ed il compito di individuare quale regime applicare alle controllate estere ricade sui contribuenti, con non poche difficoltà.
Infatti per le imprese è molto oneroso stabilire, caso per caso, l'approccio da utilizzare per l’individuazione dei regimi speciali rilevanti per l’applicazione della disciplina Cfc: spesso si deve procedere ad un duplice ordine di verifiche, che si basano su presupposti diversi ed, inoltre, a volte può accadere che i regimi di Cfc black e white list si sovrappongano.
Assonime rileva, a tal proposito, che anche se le Entrate sono intervenute a far chiarezza sul regime in questione con la circolare n. 35/2016, le specificazioni non sono sufficienti e per non sbagliare sul numero di controllate da assoggettare alla disciplina delle Cfc, l'unica soluzione in via pragmatica è quella di indicare, nel dubbio, più controllate di quelle che effettivamente andrebbero riportate.
Nella circolare n. 17/2017, Assonime si sofferma, poi, anche sulle novità in materia di ACE e in particolar modo sulla riduzione della base ACE per investimenti in titoli e valori mobiliari (Art. 1 comma 6-bis del DL 201/2011).
La circolare si concentra soprattutto sull’identificazione degli impieghi che fanno scattare la penalizzazione, richiamando le previsioni contemplate dalla disciplina della DIT.
Analogamente, la circolare sottolinea che non dovrebbero dar luogo ad alcuna penalizzazione:
Dovrebbero essere comunque esclusi, per espressa previsione, gli impieghi in titoli partecipativi, ancorché si tratti di acquisti di azioni quotate effettuati, ad esempio, al puro scopo di gestione della liquidità.
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