Assoluzione manager Google. E' l'utente che carica il video che risponde della violazione alla privacy
Pubblicato il 04 febbraio 2014
E' stata depositata il 3 febbraio 2014 la sentenza n.
5107 con cui la Terza sezione penale di Cassazione ha definitivamente assolto i tre manager italiani di Google accusati di violazione della privacy per non aver impedito, nel 2006, la pubblicazione sul motore di ricerca di un video che mostrava un minore affetto da sindrome di Down insultato e picchiato da quattro studenti di un istituto tecnico di Torino.
In particolare, la Suprema corte ha respinto il ricorso presentato dal Procuratore generale della Repubblica che si era opposto al proscioglimento pronunciato dalla Corte di appello di Milano e fondato sull'assunto che la normativa in materia di privacy non impone all'Internet provider di rendere edotto l'utente circa l'esistenza e i contenuti della legislazione sulla privacy.
Nella medesima decisione era stato anche evidenziato che l'eventuale violazione dell'articolo 13 del Decreto legislativo n. 196/2003, consistente nell'omessa o inidonea informativa all'interessato, viene punita non dall'articolo 167 del medesimo decreto bensì dal precedente articolo 161 che prevede una sanzione solo amministrativa e che, nella specie, andavano escluse sia la configurabilità del concorso omissivo nel reato contestato sia la sussistenza del dolo specifico richiesto dalla disposizione incriminatrice sul rilievo che gli imputati non erano preventivamente a conoscenza del filmato e dell'immissione del dato personale illecitamente trattato.
E queste argomentazioni sono state condivise dalla Suprema corte di legittimità la quale, a fronte delle doglianze presentate dal ricorrente procuratore, ha evidenziato come, nel caso in esame, i responsabili del trattamento effettuato in violazione del divieto di diffusione dei dati andavano identificati con gli utenti che avevano caricato il video sulla piattaforma Google Video e non con i soggetti responsabili per la gestione di tale piattaforma, prestatori di un mero servizio di hosting.