Assegno postdatato Patto di garanzia nullo

Per la Cassazione, l’emissione di un assegno in bianco o postdatato, cui di regola si fa ricorso per realizzare il fine di garanzia, è contrario alle norme imperative di cui agli articoli 1 e 2 del Regio decreto n. 1736/1933.

Lo stesso dà luogo ad un giudizio negativo circa la meritevolezza degli interessi perseguiti dalle parti, alla luce del criterio della conformità a norme imperative, all'ordine pubblico ed al buon costume enunciato dall'articolo 1343 del Codice civile.

Contrarietà a norme imperative

Ne consegue che non commette violazione del principio dell'autonomia contrattuale di cui all’articolo 1322 del medesimo codice, il giudice che, in relazione ad un assegno di tal genere, dichiari nullo il patto di garanzia e sussistente la promessa di pagamento di cui all'articolo 1988 del Codice civile.

Detti assunti sono stati ribaditi dalla Suprema corte nel testo della sentenza n. 10710 del 24 maggio 2016.

Decreto ingiuntivo da revocare

Nella vicenda in esame, i giudici di legittimità hanno ribaltato la decisione con cui, in sede di merito, era stata respinta un’opposizione ad un decreto ingiuntivo emesso sulla base di un assegno postdatato.

A fronte delle doglianze dell’opponente che chiedeva la revoca dell’ingiunzione di pagamento sull’assunto che l’emissione di un assegno postdatato sarebbe contraria alle norme imperative, con conseguente nullità del patto di garanzia stipulato dalle parti, i giudici di merito avevano ritenuto che la postdatazione non rendesse il titolo nullo in sé, ma solo la postdatazione medesima, con la conseguenza che il prenditore potesse esigerne l’immediato pagamento, restando valido il sottostante patto di garanzia.

Da qui il giudizio in Cassazione che ha dato ragione all'opponente.