Approvato Regolamento banche. Le proteste dei professionisti

Pubblicato il 05 marzo 2020

E’ stato approvato, il 4 marzo 2020, il Regolamento della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario.

Con esso è stato recepito l’emendamento che prevede la prestazione “a titolo gratuito” da parte dei consulenti esterni dell’organismo, che saranno chiamati a collaborare, fatto salvo il rimborso delle spese. L’Ufficio di presidenza potrà, tuttavia, deliberare “la corresponsione di un’indennità”, al posto del rimborso spese, il cui ammontare “non può superare, nel massimo, l’importo” del rimborso spese stesso.

E’ decaduto, invece, l’emendamento che voleva applicare la legge sull’equo compenso per le prestazioni degli iscritti agli Ordini e Collegi professionali.

Immediata è stata la reazione dei dottori commercialisti.

Il Vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Giorgio Luchetta, ha dichiarato che l’approvazione del nuovo Regolamento costituisce un grave precedente: “il legislatore, contraddicendo se stesso, ha ammesso la possibilità di consulenze gratuite prestate per un organo costituzionale. Il rischio è che, d’ora in avanti, tutte le prestazioni professionali saranno meno tutelate. Una prospettiva contro la quale ci batteremo con tutte le nostre forze”.

Analogamente Lucchetta ha considerato “deprecabile” che sia stata, invece, dichiarata decaduta la proposta correttiva del senatore Andrea de Bertoldi, che mirava a far applicare la legge sull’equo compenso per le prestazioni degli iscritti agli Ordini e Collegi professionali.

Secondo i commercialisti è da considerare “obiettivamente inaccettabile” la decisione delle Commissione banche, che si basa sull’assunto che le collaborazioni esterne non costituiscano anche prestazioni professionali.

Ribadiscono, infatti, che il principio dell’equo compenso si basa innanzitutto su norme di derivazione costituzionali e civilistiche che riconoscono al lavoratore autonomo il diritto a vedersi corrispondere un compenso proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e della prestazione fornita.

Pertanto, ritengono che con la decisione, di ieri, presa dalla Commissione questo principio sia stato clamorosamente ignorato.

ADC – ANC: le prestazioni gratuite calpestano la professionalità dei consulenti

Anche le associazioni ADC e ANC, in un comunicato congiunto, hanno espresso la loro delusione per la decisione presa sul recepimento dell’emendamento che prevede la prestazione “a titolo gratuito” da parte dei consulenti esterni.

Secondo quanto si legge: “la Commissione ha deciso di affidarsi, per affrontare una materia complessa e delicata come quella del sistema bancario e finanziario, a prestazioni gratuite, calpestando anni di battaglie, da parte del comparto delle professioni intellettuali, contro una selvaggia deregulation che provoca la fuga dalle professioni ordinistiche di tanti giovani”.

Il paradosso che esprime questo regolamento – proseguono le Associazioni - "prende forma in modo ancor più evidente se pensiamo che all’interno dei nostri studi di commercialisti non possiamo neanche elaborare a titolo gratuito le dichiarazioni dei redditi dei nostri familiari, senza incorrere nel rischio di diventare “fiscalmente inaffidabile” secondo i parametri Isa".

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