Appropriazione indebita in caso di arbitraria ritenzione di somme per compensare un proprio credito né certo né esigibile
Pubblicato il 29 novembre 2010
Con sentenza n.
40525 del 2010, la Cassazione ha confermato la condanna per appropriazione indebita impartita dai giudici dei gradi precedenti nei confronti di un agente di assicurazione che aveva trattenuto per sè un'elevata somma spettante alla Compagnia di assicurazione rivendicando un proprio diritto di credito, né certo né esigibile, nei confronti di quest'ultima.
In particolare, l'imputato sosteneva di aver trattenuto il denaro in buona fede, nella convinzione di esercitare un proprio diritto di ritenzione ed estinguere il credito vantato per compensazione.
Per la Corte, tale circostanza non scusava l'agente in quanto lo stesso era semmai da ritenere incorso in un errore di diritto, non scusabile penalmente.