L’Associazione nazionale avvocati italiani (Anai) rende noto di sostenere, unitamente al Movimento forense, le iniziative parlamentari finalizzate all’introduzione, nell’ordinamento, degli istituti del pignoramento in proprio e dell’accesso alle banche dati da parte degli ordini forensi.
Con la prima proposta, in particolare, verrebbe estesa la facoltà di cui alla Legge n. 53/1994, che oggi consente all’avvocato le notifiche in proprio, anche ai pignoramenti da eseguire mediante notificazione di un atto, come nel caso, ossia, dei pignoramenti presso terzi, dei pignoramenti immobiliare, dei nuovi pignoramenti automobilistici, dei pignoramenti di navi ed aeromobili, nonché di quote sociali e di titoli di proprietà industriali.
La seconda iniziativa vedrebbe estesa agli Ordini circondariali forensi la facoltà di accesso alle banche dati ex articolo 492 bis del Codice di procedura civile per quel che riguarda la ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare.
Attraverso questi istituti – si legge in un nota dell’Anai del 7 gennaio 2016 - verrebbero, non solo, ampliate le attribuzioni degli avvocati nel processo di esecuzione civile, con massima garanzia di competenza e tutela dei diritti degli interessati, ma verrebbe anche resa più snella l’esecuzione dei pignoramenti.
Sempre secondo l’Associazione, inoltre, al fine di alleggerire il carico giudiziario, andrebbe affidata agli avvocati, così come avviene in altri Paesi, anche l’emissione di decreti ingiuntivi non esecutivi, nonché l’intimazione con convalida della licenza per finita locazione e dello sfratto, salvo opposizione da presentare entro il termine di trenta giorni.
Sarebbe, infine, da valutare la facoltà che anche gli avvocati possano svolgere “funzioni di responsabilità certificativa ed autorizzazione in materia di volontaria giustificazione”.
Il carico giudiziario, così operando, verrebbe alleggerito di almeno 500 mila procedimenti.
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