L’Autorità nazionale Anticorruzione (ANAC) ha elaborato un primo documento in cui approfondisce le principali novità e le possibili criticità contenute nel decreto-legge cosiddetto “Sblocca-cantieri” (n. 32/2019).
L’approfondimento, pubblicato “a meri fini conoscitivi” sul sito istituzionale dell’ANAC, è stato messo a punto da un gruppo di lavoro, composto da dirigenti e funzionari, appositamente istituito dall’Autorità, nella prospettiva di un’eventuale segnalazione, a Governo e Parlamento, sulle possibili criticità delle nuove disposizioni.
E’ quanto si apprende da una nota ANAC, datata 17 maggio 2019.
Nell’introduzione del documento, viene, in primo luogo, segnalato come tutte le modifiche al Codice dei contratti pubblici (D. Lgs. n. 50/2016), dalla sua emanazione ad oggi - comprese quelle da ultimo introdotte con il DL n. 32/2019 - abbiano reso “il quadro normativo di settore poco chiaro, estremamente fluido e in continuo divenire”, comportando evidenti difficoltà applicative da parte degli operatori del settore, nonché il rischio che al continuo mutamento delle relativd norme, consegua un “non corretto esercizio dell’azione amministrativa nel settore contrattuale pubblico”.
Fatta questa premessa, gli autori si soffermano sulle principali misure e sui punti di criticità del Decreto “sblocca-cantieri”, inquadrando, in primis, la novità in tema di linee guida e nuovo Regolamento attuativo.
Ci si riferisce all’intervento che sostituisce i provvedimenti attuativi del Codice (linee guida ANAC e decreti ministeriali) con un unico Regolamento.
Una previsione, questa, che secondo gli autori pone diverse criticità:
In questo modo, verrebbero vanificate, di fatto, le finalità di semplificazione e speditezza dell’azione amministrativa, mentre si rafforzerebbe il rischio di incrementare il contenzioso.
A seguire, l’approfondimento si occupa delle nuove previsioni in tema di appalti sotto soglia.
Secondo l’ANAC, le modifiche messe a punto in materia rischierebbero di non centrare gli obiettivi di snellimento e semplificazione che la novella si prefigge.
Questo perché la riduzione della soglia entro cui è ammessa la procedura negoziata per l’affidamento dei lavori amplierebbe l’ambito di applicazione delle procedure aperte, “con le conseguenti complessità legate alla gestione di procedure molto partecipate” mentre i contrappesi introdotti, sul punto, non sembrerebbero – a parere degli autori - del tutto efficaci.
Sui motivi di esclusione dalle gare, le modifiche introdotte potrebbero provocare numerosi contenziosi nonché rallentare l’affidamento delle commesse pubbliche.
In particolare, a parere del gruppo di lavoro, l’introduzione della causa di esclusione “facoltativa” nei confronti degli operatori economici che non abbiano ottemperato agli obblighi di pagamento di imposte o contributi in caso di violazioni “non definitivamente” accertate, andrebbe temperata richiamando il carattere di gravità della violazione, in ossequio al principio di proporzionalità.
Diverse sono anche le criticità riscontrare dall’ANAC rispetto all’efficacia temporale dell’interdizione alle procedure di gara.
Sul fronte del subappalto, viene segnalato che l’innalzamento della quota di affidamento subappaltabile (dal 30% al 50%) e la completa eliminazione della verifica dei requisiti del subappaltatore in gara “non rispondono alle osservazioni avanzate in sede di procedura di infrazione”.
Le modifiche introdotte, per contro, potrebbero addirittura aggravare le criticità esistenti con rischio di infiltrazioni criminali, violazione delle norme a tutela del lavoro, scarso controllo sull’effettivo esecutore dell’affidamento, mentre l’eliminazione del divieto di subappalto in favore del concorrente potrebbe stimolare “accordi collusivi in fase di gara, che sfociano in cospicue “spartizioni” in fase di esecuzione”.
Rispetto alla nuova previsione che introduce la facoltà di nomina di commissari straordinari per interventi prioritari che possono operare in deroga alla generalità dei settori, con talune eccezioni, viene segnalato che la norma non prevede criteri in base ai quali individuare gli interventi prioritari e non indica la normativa applicabile in concreto, “lasciando ai singoli commissari la soluzione dei problemi applicativi e interpretativi (con evidenti riverberi sull’operatività dei commissari stessi)”.
Gli ulteriori aspetti esaminati nel documento riguardano tematiche come trasparenza, qualità e controlli, progettazione, centrali di committenza e qualificazione delle stazioni appaltanti.
Il testo di conversione del Decreto legge “sblocca-cantieri”, si rammenta, è attualmente all’esame delle commissioni riunite Ambiente e Lavori pubblici del Senato, la cui prossima e decisiva riunione è fissata a martedì 21 maggio. L'intento è quello di portare il Ddl, in Aula, per il prossimo 28 maggio.
Da segnalare, tra gli ultimi ritocchi approvati, l’eliminazione della norma introduttiva della possibilità di escludere le imprese dalle gare d’appalto sulla base di irregolarità fiscali e contributive non accertate in via definitiva.
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