In stand-by l’erogazione del FIRR (Fondo indennità di risoluzione del rapporto), ossia il TFR degli agenti di commercio. L’Enasarco, si ricorda, nel mese di luglio ha deliberato l’opportunità per gli iscritti di richiedere un anticipo fino al 30% del proprio FIRR, in tre tranches.
Tuttavia, per sbloccare l’utilizzo delle risorse manca il via libera dei ministeri del Lavoro e dell’Economia, i quali hanno sollevato un problema di legittimità dell’atto adottato da un Cda scaduto. La diatriba è in corso a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo della governance di Enasarco, in programma dal 24 settembre al 7 ottobre 2020.
Il ministero del Lavoro spiega che è attesa una riposta entro 180 giorni da parte del MEF. Il problema principale, però, è che l’Enasarco non ha provveduto a rinnovare la governance alla scadenza di aprile, ricorrendo al voto telematico per evitare rischi di contagio come previsto da statuto.
A questo punto va verificata la legittimità degli atti adottati dal Cda che possono avere impatti straordinari sul bilancio dell’ente.
Molti agenti di commercio hanno beneficiato delle prime due mensilità del bonus di 600 euro dell’INPS, mentre in tanti hanno dovuto rinunciare alla mensilità di maggio, pari a 1.000 euro.
“Migliaia di agenti di commercio stanno chiedendo di poter accedere al Firr - spiega Alberto Petranzan, presidente di Fnaarc-Confcommercio -, anche perchè in molti non hanno potuto accedere al bonus di maggio a causa dell’impossibilità di dimostrare il calo di fatturato nel periodo previsto per via del differimento temporale tra attività e fatturazione dei pagamenti”.
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