Voucher Governo presenta decreto per cancellazione

Pubblicato il 17 marzo 2017

Nel Consiglio dei ministri in agenda per il 17 marzo 2017, il Governo presenterà un decreto legge finalizzato ad evitare il referendum, fissato per il 28 maggio, promosso dalla Cgil per la cancellazione dei voucher.

Per evitare il voto referendario, la maggioranza governativa ha dato il suo via libera ad un apposito emendamento in Commissione Lavoro della Camera, che da subito dovrebbe essere trasformato in un decreto legge, che cancella tre articoli del decreto attuativo del Jobs act sui voucher e prevede un periodo transitorio. Si tratta nello specifico dell'articolo 48 su «definizione e campo di applicazione»; del 49 su «disciplina del lavoro accessorio» e del 50 su «coordinamento informativo a fini previdenziali».

Ovviamente l'atteso provvedimento dovrà essere convertito in legge, in quanto solo un atto finale del Parlamento potrà annullare il referendum già indetto, previo parere favorevole raccolto dalla Cassazione da parte dei proponenti (Cgil).

Addio ai voucher

La normativa attuale delineata dal Jobs act e successive modifiche prevede che, oggi, i voucher siano utilizzabili entro un tetto di 7mila euro di reddito massimo percepibile dal singolo lavoratore, con un secondo limite di 2mila euro per ogni committente. I buoni lavoro sono utilizzabili in tutti i settori produttivi e a partire dal 2015 sono pienamente tracciabili.

L'intenzione del Governo sembra essere quella di cancellare totalmente la normativa sul lavoro accessorio, negando così a tutti (imprese, famiglie e Pa) l’utilizzo dei voucher.

I voucher, a questo punto, si potranno acquistare fino all’entrata in vigore del decreto legge e dopo sarà previsto un periodo transitorio, fino al 31 dicembre 2017, per permettere il loro utilizzo da parte di chi li ha già acquistati.

"La linea passata sui voucher è molto deludente – commenta il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia – per quanto ci riguarda anche come scelta della politica. Se proprio si poteva fare, si doveva votare al referendum". Analoghe osservazioni sono state espresse dalle altre associazioni di impresa.

Appalti

Per scongiurare definitivamente il referendum del 28 maggio è stato annunciato anche un intervento sugli appalti, che formano l'oggetto del secondo quesito del referendum della Cgil che si voterà il 28 maggio: "abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti".

Nel Consiglio dei ministri, infatti, dovrebbe essere votato anche un altro decreto che dovrebbe contenere proprio le norme che ristabiliscono la responsabilità in solido tra committente e appaltatore/subappaltatore relativamente a quanto di spettanza ai lavoratori degli appalti.

Sul nodo degli appalti, infatti, una parte del Governo e della maggioranza vorrebbe cancellare la preventiva escussione del patrimonio dell’appaltatore nelle controversie sui crediti di lavoro, per ripristinare la piena responsabilità solidale nella catena degli appalti, togliendo alle parti la possibilità di derogare con la contrattazione collettiva.

La responsabilità solidale negli appalti è stata riformata con il decreto Biagi n. 276/2003 ed è oggi ancora vigente, anche se con una serie di modifiche successive si è concesso ai Ccnl di introdurre possibile deroghe, mentre in sede processuale, è stato previsto il “filtro” della preventiva escussione del patrimonio dell’appaltatore (nelle controversie su crediti di lavoro).

Con il decreto che potrebbe essere approvato in Consiglio dei ministri si dovrebbero, dunque, “superare" entrambi i quesiti referendari proposti dalla Cgil.

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