Voluntary disclosure, c’è il sì del Senato

Pubblicato il 05 dicembre 2014 Nella seduta del 4 dicembre 2014, il Ddl n. 1642, recante disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero oltre che per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale e disposizioni in materia di autoriciclaggio, ha ottenuto il via libera definito dal Senato.

Con 119 sì, 61 no e 12 astenuti , il provvedimento è passato senza subire modifiche rispetto al testo licenziato dalla Camera, per cui è ora definitivo.

Le misure principali del provvedimento sono quelle relative alla voluntary disclosure, con l’estensione della procedura ai soggetti Ires, e l’introduzione nel codice penale del reato di autoriciclaggio.

Voluntary disclosure

Le norme sulla voluntary disclosure prevedono una sorta di collaborazione volontaria del contribuente con il Fisco per consentire l’emersione, il rientro in Italia e la regolarizzazione dei capitali e beni detenuti all’estero.

Rispetto alla prima versione della collaborazione volontaria prevista nel Dl n. 4/2014 all’articolo 1, che è stato soppresso durante l'esame parlamentare e poi trasfuso nel testo finale approvato il 4 dicembre, la nuova autodenuncia presenta alcune novità che muovono nella direzione del contribuente.

Innanzitutto, la regolarizzazione volontaria si potrà applicare a tutte le violazioni compiute entro il 30 settembre 2014 e la procedura potrà essere avviata fino al mese di settembre 2015.

Attivando la regolarizzazione, il contribuente che detiene capitali all’estero e che ha omesso di dichiararli può sanare la propria posizione nei confronti dell’Erario pagando tutte le somme dovute a titolo di imposta, nel caso non siano prescritte (5 anni indietro per i Paesi white list, 10 per i paradisi fiscali), e le sanzioni amministrative in misura ridotta, oltre ad ottenere alcuni benefici anche per ciò che riguarda le sanzioni penali tributarie.

Infatti, per chi aderisce alla collaborazione volontaria, è stata esclusa la punibilità penale per alcuni reati fiscali e introdotta una maggiore tutela, che viene assicurata integralmente anche per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante fatture false, infedele o omessa dichiarazione e per omesso versamento di ritenute certificate ed Iva.

La procedura di emersione non è però un condono, come lo sono stati i tre scudi fiscali delle precedenti legislature, perché chi aderisce deve pagare nella stessa misura in cui lo hanno fatto gli altri e anche perché il candidato all’emersione deve presentarsi con nome, cognome, e con tutta la documentazione riguardante gli investimenti esteri e interni.

In caso di false dichiarazioni si andrebbe incontro ad un nuovo reato fiscale, che punisce appunto tutti coloro che, nell’ambito della procedura di emersione, esibiscono oppure trasmettono documentazione e dati non rispondenti al vero.

Allo stesso tempo, non è più previsto il raddoppio automatico dei termini di accertamento nel caso in cui i capitali siano occultati in un paradiso fiscale, purché il contribuente si impegni a garantire per il futuro adeguata trasparenza.

Introdotta, infine, anche la cosiddetta voluntary interna che può essere attivata da tutti i contribuenti destinatari degli obblighi dichiarativi nazionali, dunque anche le società, e non solo dalle persone fisiche, enti non commerciali e società semplici che sono tenuti alla compilazione del modulo RW.

La voluntary interna potrà essere attivata da quelle aziende che vogliono sanare la loro posizione fiscale dopo che un socio oppure un amministratore ha aderito all’emersione dei capitali esteri.

Soddisfazione per la nuova legge è stata espressa dal Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ha definito il provvedimento “equilibrato”, sottolineando come l’iter parlamentare si sia concluso grazie alla collaborazione dei gruppi di maggioranza e all’atteggiamento costruttivo delle opposizioni.

L’invito è ora che “tutti coloro che sono potenzialmente interessati utilizzino questa opportunità per mettersi in regola. I proventi, che prudenzialmente non sono quantificati nel bilancio dello Stato, contribuiranno a dare sollievo alle finanze pubbliche”.

Dall’Agenzia i modelli

Sono già pronti i modelli che i contribuenti dovranno compilare per aderire alla procedura della voluntary disclosure. Lo stesso giorno di approvazione del Ddl, l'Agenzia delle Entrate ha, infatti, pubblicato sul proprio sito internet la bozza del modello per la "richiesta di accesso alla procedura di collaborazione volontaria".

Si tratta di un modello molto snello, che molto probabilmente potrà essere gestito prevalentemente in forma telematica, in cui si dovrà indicare di quale tipo di regolarizzazione si tratta, internazionale o nazionale, e i dati e i recapiti del soggetto aderente. La bozza, al momento, non contiene ancora gli estremi della legge che, attende di essere pubblicata in “Gazzetta Ufficiale”.
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