In sede di conversione del decreto Bollette – decreto-legge n. 34 del 30 marzo 2023 – è emerso il via libera ad una proposta di un ordine del giorno, presentata il 18 maggio 2023, del presidente della commissione Lavoro della Camera orientata ad estendere, con il primo provvedimento utile, la competenza ad apporre il visto di conformità anche ai tributaristi, di cui alla L. 4/2013.
Si tratta di uno strumento utile al fine di controllare la corretta applicazione delle norme tributarie. Rientra nell’ambito dell’attività di controllo dell’Amministrazione finanziaria con la peculiarità che legittimati ad eseguirla sono soggetti esterni ad essa.
Attraverso il visto di conformità - o visto leggero - si attesta la corrispondenza della dichiarazione dei redditi alle risultanze della relativa documentazione, alle scritture contabili e alle disposizioni che disciplinano gli oneri deducibili e detraibili, le detrazioni e i crediti d’imposta, lo scomputo delle ritenute d’acconto e i versamenti.
Soggetti abilitati a rilasciare il visto di conformità sono:
Si annoverano anche i soggetti iscritti nei ruoli di periti alle Camere di Commercio che, però, non possono apporre il visto sul Modello 730.
Dunque, durante l’approvazione della legge di conversione del Dl Bollette si starebbe valutando l’ipotesi – attraverso l’approvazione di un ordine del giorno del 18 maggio 2023 – di allargare l’ambito dei soggetti abilitati a rilasciare il visto di conformità ricomprendendo i tributaristi.
Come accaduto altre volte – nel 2021 si pensò di estendere la facoltà di rilasciare il visto ai revisori legali, proposta poi eliminata – c’è stata la reazione dei commercialisti che, per bocca dei propri sindacati (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico), si dicono “preoccupati e amareggiati”.
Ecco le parole del Presidente ANC, Marco Cuchel: “L’adempimento oggetto del parere è una competenza delicata, che tutela la collettività da abusi e frodi e che non può essere attribuita a soggetti non ordinistici, che non hanno gli stessi requisiti dei professionisti iscritti in Albi e non sono sottoposti agli stessi obblighi a alla stessa vigilanza”.
Il malcontento prosegue affermando che, seppur si tratti di un ordine del giorno, è un segnale di pericolosa mancata conoscenza delle competenze esclusive della professione del dottore commercialista e anche dello stesso strumento del visto di conformità.
I commercialisti ricordano quali sono i livelli di controllo e di formazione a cui i commercialisti sono tenuti: vigilanza ministeriale, formazione obbligatoria, adempimenti antiriciclaggio, codici deontologici, laurea, tirocinio e formazione continua.
Tutto ciò garantisce la qualità della prestazione professionale.
I sindacati non si dicono contrari a chi opera a norma di legge al di fuori dell'ordine professionale; tuttavia si è arrivati al punto, come si chiede da molti anni, di mettere mano alla regolamentazione del mercato, per non affidare le medesime competenze a professionisti appartenenti ad ordini professionali e a soggetti non ordinistici.
Il Consiglio nazionale dei commercialisti, interpellato in merito, è in contatto con il ministero dell’Economia.
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