Varato il decreto lavoro per favorire l’occupazione di 200mila giovani

Pubblicato il 27 giugno 2013 Nel Consiglio dei ministri n. 11 che si è tenuto nella giornata del 26 giugno 2013, sotto la guida del presidente, Enrico Letta, è stato approvato un decreto legge proposto dai ministri del Lavoro, dell’Economia e della Coesione territoriale, avente per oggetto il miglior funzionamento del mercato del lavoro, l’aumento dell’occupazione soprattutto giovanile e il sostegno alle famiglie in difficoltà.

Il provvedimento stanzia 1,5 miliardi di euro finalizzati al rilancio del mercato del lavoro tramite l’incentivo dell’occupazione; 800 milioni di euro sono diretti alla detassazione e secondo le stime del Governo “potrebbero produrre 100 mila occupati”. Altri fondi sono, invece, previsti per favorire l’alternanza studio-lavoro, per incoraggiare gli stage, i tirocini e l’autoimprenditorialità. In tutti questi casi si pensa di attivare al lavoro circa 200mila giovani, di cui 100mila a tempo indeterminato.

Le risorse non saranno immediatamente disponibili, ma stanziate su diverse annualità e, comunque, suddivise tra Mezzogiorno e resto del Paese in modo non equivalente; i fondi maggiori saranno destinati al Sud per l’arco temporale che va dal 2013 (100 milioni di euro) al 2016 (sempre 100 milioni di euro), mentre per il Centro e il Nord le somme saranno decisamente inferiori.

Nell’articolo 1 del Decreto si disciplinano gli incentivi per nuove assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori giovani, come, per esempio, gli under 29 disoccupati, purchè maggiorenni o, in alternativa, disoccupati con più di 50 anni.

I lavoratori, per rientrare in tale categoria, devono possedere almeno uno di questi tre requisiti: il neoassunto deve essere privo di impiego retribuito da non meno di sei mesi; non deve avere conseguito alcun titolo di scuola superiore e deve vivere solo con una o più persone a carico.

L’incentivo per il datore di lavoro è pari ad un terzo della retribuzione lorda imponibile ai fini previdenziali complessiva per un periodo di 18 mesi e non può superare i 650 euro per lavoratore. Se, invece, il datore di lavoro trasforma un contratto in essere da determinato a “indeterminato”, il periodo di incentivazione è di 12 mesi, sempre a condizione che alla trasformazione faccia seguito l’assunzione del lavoratore.

Importante anche l’impegno per favorire i tirocini, con la messa a disposizione di un fondo di 2 milioni di euro annui per permettere alle amministrazioni, che non abbiano risorse proprie da destinare a tale fine, di corrispondere le indennità per la partecipazione ai tirocini formativi. Al fine, infatti, di creare nuove opportunità di lavoro e di formazione, per ridurre la disoccupazione e l’inattività dei giovani, il provvedimento prevede il finanziamento di un ampio programma di tirocini formativi soprattutto per coloro tra i 18 e i 29 anni che risiedono nel Mezzogiorno e non lavorano, non studiano e non partecipano ad alcuna attività di formazione.

Il decreto legge interviene poi anche sul capitolo normativo del mercato del lavoro, attraverso alcuni ritocchi alla legge Fornero. Nello specifico, vengono rivisti i contratti a termine, per i quali vengono riportati a 10 e 20 giorni gli intervalli tra i contratti a tempo determinato rispettivamente inferiori o superiori a sei mesi e viene eliminato il divieto di proroga del primo contratto acausale.

Nelle intenzioni dell’esecutivo Letta, anche la proroga a tutto il 2013 della vecchia social card che interessa 425 persone in stato di bisogno e l’attivazione, in via sperimentale, di una carta per l’inclusione sociale, che consentirà di combattere la povertà estrema, rivolta soprattutto alle famiglie del Mezzogiorno. Il provvedimento riguarderà 170mila persone.
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