In un'intervista rilasciata da Marina Calderone, Presidente del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro e del Cup, ad Italia Oggi in occasione dei suoi 25 anni di vita, la Presidente ha cercato di fare il punto sul ruolo attuale delle professioni ordinistiche, sul dietrofront sulle liberalizzazioni e sul tema dell’equo compenso per i professionisti.
La riapertura del cantiere dell'equo compenso per i professionisti è stata confermata dal Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, dopo che il tema è stato riportato all'attenzione della politica durante l'audizione sul jobs act autonomi.
Proprio in quella sede, la Calderone si era espressa a favore del diritto all’equo compenso e battuta affinché venga stabilita la nullità delle clausole contrattuali difformi.
Il tema dell’equo compenso è molto discusso da quando la riforma delle professioni ha abolito le tariffe professionali, demandando alla contrattazione tra professionista e committente e alla concorrenza la determinazione dei corrispettivi.
L’abolizione delle tariffe ha, inoltre, spesso portato ad una guerra al ribasso, impoverendo i professionisti, che hanno lamentato anche una perdita in termini di qualità delle prestazioni offerte.
In una prospettiva di breve termine in cui si confida in una nuova stagione che veda nelle "professioni regolamentate una risorsa da valorizzare per il bene del Paese", la Calderone auspica, dunque, anche una soluzione di tale problematica.
Le professioni per essere competitive hanno bisogno di investire in formazione e tecnologia, ma anche di fare investimenti non solo economici. Su tale fronte, si può parlare di una loro assimilazione alle PMI, con possibilità anche per i professionisti di accedere a quelle risorse comunitarie utili per migliorare la produttività di un settore economico che conta 2,3 milioni di iscritti agli albi.
Ovviamente, in tale assimilazione si deve tener conto del punto di differenza tra i professionisti e il mondo imprenditoriale, dato che i primi sono tenuti a mettere al primo posto sempre la tutela della fede pubblica e il rispetto dell'etica e della deontologia, mentre per gli imprenditori il fine legittimo resta sempre il profitto.
La Calderone ha proseguito l'intervista analizzando anche il ruolo che i professionisti possono assumere come ausiliari della Pubblica amministrazione e quello di asseverazione in materia di diritto del lavoro. Su quest'ultimo aspetto, la presidente Calderone ha precisato che “se tutte le imprese fossero asseverate la quota di lavoro sommerso, evidentemente, si ridurrebbe sensibilmente a beneficio del rispetto dei lavoratori e dell’erario”.
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