Il Tribunale ordinario di Milano, con comunicazione dell’8 novembre 2017 all'Ordine degli Avvocati di Milano, invita gli avvocati a rinviare le fatture per le spese di giustizia che dovessero essere ancora emesse nel 2017, direttamente al 2018, in quanto i soldi stanziati per l’anno in corso sono terminati, ed, anzi, non sono nemmeno sufficienti a coprire le richieste pervenute sino ad ora. Numerose fatture emesse nel 2016, infatti, che avrebbero dovuto essere pagate con stanziamenti in conto residui, sono rimaste insolute proprio a causa dell’insufficienza di detti finanziamenti.
Proprio in considerazione di ciò, si chiede agli avvocati di valutare la convenienza di rinviare l’emissione di fatture al 2018. In ogni caso, resta ferma per gli avvocati creditori, la possibilità di sfruttare la prossima finestra temporale - dal primo marzo al 30 aprile 2018 – per avanzare richiesta di compensazione dei debiti fiscali con i crediti per spese, diritti e onorari del patrocinio a spese dello Stato, ai sensi del Decreto ministero Economia e Finanze del 15 luglio 2016.
Una comunicazione, quest’ultima, che interviene proprio in un momento di crisi della professione legale. Dagli ultimi numeri della Cassa forense emerge difatti come ben 140 mila professionisti si attestino sulla soglia della povertà (20 mila circa con reddito pari a zero o addirittura inferiore, 60 mila con reddito non superiore ai 10.300 euro annui ed i restanti 20 mila che arrivano al massimo a 20 mila euro annui). Per altro verso, tuttavia, continua a crescere il numero di iscrizioni agli albi, con un numero di avvocati che nel 2016 ha toccato la soglia di 241.712, ossia quattro ogni mille abitanti.
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