Nella seduta del 5 luglio 2017, la Camera ha approvato, in via definitiva, il disegno di legge introduttivo, nel nostro ordinamento, del reato di tortura.
Quest’ultimo viene inserito nel titolo XII, rubricato “Delitti contro la persona”, sez. III, del Codice penale, unitamente alla fattispecie di istigazione alla tortura.
Il nuovo articolo 613-bis del Codice penale sanziona, con la reclusione da 4 a 10 anni, la condotta di chi, con violenze o minacce gravi ovvero agendo con crudeltà, cagioni acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza ovvero che si trovi in situazione di minorata difesa, qualora il fatto sia commesso con più condotte ovvero comporti un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona.
Introdotto, anche l'articolo 613-ter che punisce la condotta del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio che istighi a commettere la tortura, se l’istigazione non è accolta ovvero se l’istigazione è accolta ma il delitto non è commesso. In questo caso, la sanzione è la reclusione da sei mesi a tre anni.
Il testo della proposta di legge era stato già approvato, a maggio, dall’altro ramo del Parlamento.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".