Bollato nel merito e nel metodo l’operato del presidente dell’Ordine dei commercialisti, Antonio Tamborrino, in un Consiglio nazionale riunito ieri, sino a tarda sera, durante il quale passa una mozione di sfiducia (votata 2) ma, come risposta “politica” dopo un’assemblea dei presidenti in cui Tamborrino aveva accusato il proprio Consiglio di ambiguità e “fibrillazioni elettorali” e lo aveva bypassato, il presidente decide di non procedere perché il voto di fiducia non è all’ordine del giorno. Qualche momento prima, il vice presidente Claudio Siciliotti e il segretario Roberto D’Imperio avevano rassegnato le proprie dimissioni, indirizzando al Consiglio due lettere di dimissioni di analogo tenore che denunciano la distanza, ritenuta insanabile, dalla presidenza.
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