Tasi: patrimoniale a tutti gli effetti

Pubblicato il 22 marzo 2014 Nel corso dell’audizione del 21 marzo 2014 in Commissione Bilancio e Finanze della Camera, la Corte dei Conti è stata ascoltata in merito alla legge di conversione dell’ultimo decreto “salva Roma ter”, il numero 16/2014 del 6 marzo scorso, recante “Disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonche' misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche”.

Capitolo Tasi

Riguardo al discorso Tasi e alle relative modifiche introdotte dalla legge di Stabilità 2014 (L. n. 147/2013), la Corte ha evidenziato come le originarie intenzioni del legislatore erano ben differenti da quanto poi è emerso durante il controverso iter parlamentare. Se in origine la Tasi, infatti, doveva essere considerata una sorta di “service tax” che doveva interessare gli inquilini degli immobili ad uso abitativo (tenendo in considerazione la superficie dell’abitazione, l’ampiezza e la composizione della famiglia occupante), dopo le correzioni introdotte, questa tassa mantiene solo nel nome il richiamo ai “servizi indivisibili”, mentre di fatto si presenta ora come una vera e propria patrimoniale.

La Tassa assomiglia così sempre di più alla vecchia Imu-bis: come dichiarato dallo stesso presidente della sezione autonomie, Mario Falcucci, infatti, è più che evidente come la base imponibile sia “il valore catastale dell'immobile”, ma “il contribuente è, di fatto, quasi solo il proprietario”.

Altra critica mossa è, poi, quella secondo la quale il grande margine di scelta attribuito alle amministrazioni locali sull'orlo del dissesto può arrivare a vanificare i controlli oltre che ad accentuare le differenze tributarie, con il “rischio di significative differenze territoriali nel prelievo a carico di famiglie e di imprese, pur in presenza di un uguale imponibile”.
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