Tari, il Comune non può essere più restrittivo dello Stato
Pubblicato il 10 dicembre 2014
Il
Consiglio dei ministri sta per affrontare la questione Imu dei terreni montani che hanno perso l'esenzione. Un decreto conterrà il rinvio della scadenza, solo per gli ex esenti, probabilmente al 26 gennaio 2015 (di più non si può per esigenze di bilancio).
Con lo stesso decreto dovrebbe essere prevista una
sanatoria sulle delibere Tari approvate dopo il 30 settembre 2014.
Sulla tari un provvedimento Mef
Sul sito del Mef è stata pubblicata la
risoluzione 2/DF del 9 dicembre 2014, che reca la risposta ad un quesito sulla disposizione che impedisce l'applicazione della Tari alle aree in cui si producono rifiuti speciali, smaltiti dalle imprese in proprio.
La questione nasce dalla
possibilità dei Comuni di classificare alcuni rifiuti speciali come urbani, facendoli rientrare tra gli assoggettabili.
È quanto è successo ad un imprenditore che si è visto restringere il campo di esenzione solo all'area occupata dai macchinari: il resto della vasta area asservita al ciclo produttivo, con capannoni, era stata dichiarata assoggettabile dal Comune.
La risoluzione in oggetto ribadisce, però, che
non è consentita ai Comuni un'azione più restrittiva della legge statale.
Pertanto, l'assimilazione a rifiuti urbani si può prevedere per l'esterno delle aree produttive di rifiuti speciali in via continuativa o prevalente in cui viene effettuato lo smaltimento in proprio. Secondo quanto stabilito dalla legge
147/2013, comma 649, ove lo smaltimento è a carico dell'azienda, i magazzini intermedi di produzione e quelli adibiti allo stoccaggio dei prodotti finiti devono essere considerati intassabili in quanto produttivi di rifiuti speciali, anche a prescindere dall'intervento regolamentare del comune, come intassabili sono le aree scoperte che danno luogo alla produzione, in via continuativa e prevalente, di rifiuti speciali non assimilabili, ove siano asservite al ciclo produttivo.