Gli stranieri bloccati in Italia a causa della pandemia da Coronavirus, non possono ottenere in maniera automatica la residenza fiscale. È questa la risposta fornita dal MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) a un’interrogazione parlamentare in Commissione Finanze alla Camera, confermando così l’orientamento già espresso dall’Ocse.
La precisazione era attesa soprattutto dai lavoratori delle aziende multinazionali che distaccano personale nel nostro Paese.
Come noto, la diffusione della pandemia da Covid-19 nel mondo ha costretto i Governi di molti Stati ad adottare misure restrittive della libertà di circolazione.
La conseguenza è che molte persone sono state trattenute in un Paese diverso da quello in cui normalmente vivono. Queste misure hanno avuto e continuano ad avere un impatto sui criteri di radicamento della residenza fiscale nei singoli Paesi.
Si ricorda, al riguardo, che sono residenti in Italia i soggetti che, per la maggior parte del periodo di imposta (183 giorni), sono iscritti nelle anagrafi della popolazione residente o hanno nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza ai sensi del Codice civile.
Possibile estensione del tax credit affitti a nuovi beneficiari. Infatti, durante la risposta all’interrogazione presentata da alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia in Commissione Finanze alla Camera, è stata ricordata l’importanza del credito d’imposta e la richiesta avanzata da Confcommercio e Confedilizia per l’estensione del credito d’imposta per i canoni di locazione commerciale e i fitti d’azienda fino al termine dell’anno 2020.
Quindi, il MEF conferma che sono allo studio del Governo alcune disposizioni volte ad ampliare la platea dei beneficiari, compatibilmente con le risorse disponibili.
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