Strage del Cermis. Confermato il danno all'immagine riconosciuto dalla Corte d'appello

Pubblicato il 26 febbraio 2014 Con la sentenza n. 4439 del 25 febbraio 2014, la Corte di cassazione ha confermato la decisione con cui la Corte d'appello di Trento aveva riconosciuto al comune di Cavalese, ed a carico del ministero della Difesa, il risarcimento dei danni patrimoniali e all'immagine subiti in conseguenza della strage del Cermis in cui, nel 1998, erano morte 20 persone dopo che un aereo dei Marines Usa aveva tranciato i cavi della funivia Cavalese-Cermis.

Nel dettaglio, la Corte di legittimità ha respinto sia il ricorso presentato dal Comune di Cavalese che chiedeva il riconoscimento di un ulteriore risarcimento per aver dovuto sostenere "ingenti esborsi” volti alla riqualificazione del territorio “attraverso la realizzazione di opere e strutture idonee a distaccare questo immaginario collettivo in nome di Cavalese dal ricordo della sciagura", sia il controricorso presentato dal ministero della Difesa che si era lamentato del fatto che la richiesta di risarcimento del danno avanzata dal comune di Cavalese non fosse stata preceduta da una domanda di ristoro.

Secondo la Suprema corte, in particolare, erano da ritenere corrette le conclusioni rese dai giudici di merito i quali avevano rilevato la sussistenza del danno non patrimoniale lamentato “anche in base al rilievo che il disastro del 1998 non poteva non rievocare negli abitanti e nei turisti la analoga tragedia avvenuta 22 anni prima, per poi trarne la conclusione che il verificarsi di due tragedie analoghe in venti anni è circostanza che ha leso l'immagine del Comune”.
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