Split payment, denuncia alla Commissione UE

Pubblicato il 26 gennaio 2018

Un gruppo di associazioni del settore edile ha presentato formale denuncia alla Commissione europea contro il meccanismo dello split payment. La motivazione: “presunta violazione del diritto dell’Unione da parte di uno Stato membro”.

Secondo le principali sigle datoriali del settore edile (Ance come capofila, Legacoop, Cna costruzioni, Confartigianato edilizia, Confapi Aniem e Federcostruzioni), riunitesi in una class action, lo Stato che viola il diritto alla detrazione dell’Iva è quello italiano e le imprese penalizzate sono soprattutto quelle edili, che pagano il prezzo più alto delle regole sulla scissione dei pagamenti, in termini di flussi finanziari.

Il meccanismo dello split payment

Secondo la direttiva Iva della Ue (direttiva 2006/112/Ce), il sistema comune dell’Iva deve garantire la piena neutralità dell’imposizione fiscale delle attività economiche soggette ad imposta, assicurando al soggetto passivo la possibilità di esercitare il diritto alla detrazione del tributo. Il rimborso dell’eccedenza a credito è legato al diritto alla detrazione.

In base alla contestazione, sollevata dai costruttori italiani, con l’applicazione dello split payment tale principio europeo viene del tutto violato.

Con il meccanismo dello split payment, prorogato fino al 31 dicembre 2020, si consente il versamento dell'Iva, da applicare sui lavori effettuati da imprese per conto delle pubbliche amministrazioni, direttamente dalla Pa all'Erario, senza il passaggio del versamento alle imprese stesse.

Pertanto, anche se il diritto alla detrazione non è formalmente negato, “l’insostenibile ritardo con il quale lo Stato Italiano eroga il suddetto ristoro” porta ad una negazione del principio di neutralità fiscale.

Denuncia delle associazioni edili

Secondo la denuncia delle associazioni edili, tale meccanismo crea la situazione per cui le imprese si trovano in una continua condizione di Iva a credito nei confronti dello Stato, che ha tempi lunghissimi di rimborso così da minare seriamente la stabilità finanziaria delle imprese stesse.

Secondo una stima delle associazioni, lo split payment causerà una perdita di liquidità per le aziende che ammonta a circa 2,5 mld di euro ogni anno.

La lentezza dei pagamenti della Pa, fa sì che attualmente nei loro bilanci ci siano fatture incagliate per un valore di circa 8 miliardi di euro.

Il tutto, senza contare che tale situazione sta creando una seria difficoltà per l'attività delle imprese di costruzioni in Italia, con un'incidenza negativa anche sul funzionamento dell'economia nazionale, con ripercussioni sull'occupazione e sugli investimenti nel settore.

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