Fare il saluto fascista allo stadio durante una competizione calcistica, costituisce reato.
Lo ha chiarito la Corte di Cassazione, prima sezione penale, respingendo il ricorso di alcuni tifosi, imputati per aver fatto il saluto fascista per tutta la durata dell’inno nazionale durante una partita di calcio.
Secondo i giudici di legittimità, il saluto fascista o saluto romano costituisce una manifestazione che rimanda all’ideologia fascista ed a valori politici di discriminazione razziale ed intolleranza. In proposito – evidenziano gli ermellini – non è necessario che le manifestazioni siano caratterizzate da violenza, svolgendo la normativa al riguardo (Legge n. 122/1993) una funzione di tutela preventiva.
La Corte sottolinea parimenti come la condotta imputata nel caso di specie, di per sé sola giustificativa della condanna, sia comunque da inserirsi in uno scenario più ampio, ove gli imputati erano già noti alle forze dell’ordine per far parte di un gruppo di ultras attestato su posizioni politiche di estrema destra.
A tutto ciò occorre aggiungere – evidenzia ancora la Corte Suprema con sentenza n. 20450 del 17 maggio 2016 – che le condotte contestate venivano esternate nel corso di un incontro valido per la partecipazione ai campionati mondiali di calcio, al quale assistevano oltre 20.000 spettatori e trasmesso in televisione. Non risulta dunque fondato l’assunto difensivo volto ad escludere l’elemento soggettivo del contestato reato di cui all'art. 2 comma 1 Legge 122/1993.
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