Sì al ddl Lo Presti: pensioni più ricche per gli iscritti alle Casse di previdenza dei professionisti

Pubblicato il 16 giugno 2011 Nella seduta del 15 giugno 2011, alla Camera dei deputati è stato approvato il DDL Lo Presti, dal nome dell’Onorevole portavoce delle mini-riforma previdenziale a favore dei professionisti.

Con un solo voto contrario, la legge, che modifica l’articolo 8 del DLgs. 103/1996 ha ricevuto il via libera definitivo. Da ora in avanti, quindi, i professionisti iscritti alle Casse di previdenza private di categoria (che applicano il sistema di calcolo contributivo) potranno usufruire di un contributo previdenziale integrativo tra il 2 e il 5%, addebitato ai clienti e calcolato sul volume d’affari. L’aliquota effettiva verrà fissata con un’apposita delibera da sottoporre ai Ministeri vigilanti, da parte di ogni singola Cassa, che potrà utilizzare il contributo direttamente sui montanti individuali degli iscritti. In altri termini, le Casse, nate con il Dlgs 103/96, potranno utilizzare parte dell'integrativo per arricchire il montante individuale, assicurando ai loro iscritti una pensione un po’ più ricca.

Come si legge nella stessa relazione di accompagnamento al provvedimento, con la modifica del citato articolo 8 si è predisposto uno strumento “largamente condiviso” che “raccoglie le istanze delle casse, consentendo ad esse di adottare, in autonomia ma sempre sotto la vigilanza del governo, provvedimenti a favore di una maggiore adeguatezza dei trattamenti pensionistici delle nuove generazioni”. 

Il primo firmatario del provvedimento, Nino Lo Presti, si ritiene soddisfatto di come è andato l’iter parlamentare anche se ritiene che il sistema non debba a questo punto adagiarsi sugli allori: “Abbiamo collocato un tassello importante nel mosaico di una necessaria riforma organica dell'impianto pensionistico dei liberi professionisti, che devono entrare nell'ordine delle idee che, per garantire la congruità delle prestazioni, è urgente un intervento anche sul contributo soggettivo”, versato da loro stessi. Pertanto, all’innalzamento fino al 5% della quota integrativa, è necessario associare, in questa delicatissima fase economica, “un globale ammodernamento del sistema ordinistico e misure concrete che vadano nella direzione di incrementare i redditi delle varie categorie professionali”.

Un giudizio positivo sulla mini-riforma è stato espresso anche dai portavoce dei rappresentanti della categoria.
 
Da Walter Anedda, Presidente della CNPADC, a Paolo Saltarelli, Presidente della Cassa Ragionieri, fino a Marco Rigamonti e Antonio Pastore, rispettivamente Presidente e membro del Consiglio direttivo dell’AIDC, è giunto un commento di soddisfazione per il risultato raggiunto dopo un lungo e travagliato cammino, che appare ancora più soddisfacente anche perché condiviso.
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