Riforma dell’ISEE. Nell’indicatore anche il patrimonio e i beni della famiglia

Pubblicato il 13 dicembre 2011 Tra gli emendamenti dei relatori al disegno di legge di conversione del Dl n. 201/2011, anche quello che vuole rendere più incisiva la riforma del cosiddetto “riccometro”, tramite un migliore utilizzo dell’Isee (indicatore di equità economica).

La riforma prevista dalla Manovra Monti mira a riformulare il paniere delle prestazioni soggette all’Isee, facendovi rientrare oltre a quelle tariffarie ed assistenziali anche quelle fiscali. L’obiettivo è quello di subordinare il rilascio delle prestazioni sociali agevolate, generalmente a carico dei comuni (asili nido, assegni familiari, prestazioni territoriali varie) e, ora, anche di alcune detrazioni fiscali al reddito del richiedente, ricomprendendo in quest’ultimo la quota di patrimonio, i redditi esenti e il carico familiare, soprattutto con riguardo ai nuclei con almeno tre figli.

La maggior critica che si può muovere all’indicatore Isee, così come formulato dal Dlgs n. 130/2000 che lo ha introdotto, è che esso si basa su uno specifico indicatore di ricchezza della famiglia o del solo richiedente che non tiene conto di una serie di redditi e patrimoni, come per esempio quelli esenti da Irpef.

A tale lacuna, la Manovra Monti cercherà di ovviare prevedendo una riforma dell’intera disciplina da realizzarsi attraverso un apposito DPCM da emanarsi entro il 31 maggio 2012.

Infatti, proprio grazie alla delega contenuta nell’articolo 5 della Manovra, così come riformulata dall’emendamento dei relatori, sarà possibile agire sia sulla rivisitazione delle modalità di determinazione che sui campi di applicazione dell’Isee. Il fine sarà quello di riformulare una nuova definizione di reddito disponibile in cui vadano incluse anche tutte quelle somme esenti da imposizione fiscale (finora non ricomprese nel calcolo dell’indicatore) o ancora quelle quote di beni e patrimoni/redditi appartenenti ai diversi membri del nucleo familiare, oppure i pesi dei carichi familiari (nel caso vi siano più di due figli).

La riforma, dunque, proverà a migliorare la capacità selettiva dell'Isee facendo pesare in misura maggiore di quella attuale (solo il 20%) le componenti del patrimonio. Il tutto subordinando, a decorrere dal 2013, la concessione delle agevolazioni fiscali, tariffarie e delle provvidenze di natura assistenziale ad una certa quota di Isee che verrà individuata dallo stesso decreto.

Infine, l’emendamento prevede in tema di controlli che venga demandata ad un apposito decreto interministeriale del Lavoro e dell’Economia la fissazione delle regole con cui effettuare la vigilanza sull’Isee, tramite l’ausilio di alcuni appositi strumenti: condivisione degli archivi degli enti pubblici e delle pubbliche amministrazioni, creazione di una banca dati delle prestazioni sociali agevolate, ecc..
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