Rientro dei capitali dall’estero. Sì al pagamento in tre rate
Pubblicato il 16 ottobre 2014
L’ l'iter di approvazione in prima lettura della proposta di legge sulla
voluntary disclosure prosegue alla Camera.
Votato un corposo pacchetto di emendamenti, oggi si attende la seduta finale con il licenziamento del testo del disegno di legge, che così potrà proseguire il suo cammino al Senato.
Le ultime novità in tema di rientro dei capitali dall’estero arrivano da un emendamento, che riunisce più proposte simili (emendamento Capezzone, Savino, Giorgetti, Laffranco e Romano) e che seppur non cambia l’equilibrio del testo di legge in sè, apre ancora di più la strada in favore dei potenziali candidati al rimpatrio.
Pagamento a rate
L’emendamento, riformulato dal relatore Sanga, prevede la
possibilità di versare le somme dovute per il rimpatrio dei capitali illecitamente detenuti all’estero a titolo di tasse, interessi e sanzioni non solo in una unica soluzione ma anche a rate, su esplicita richiesta dell’autore dell’illecito che ora intende collaborare.
Altre volte era stata avanzata l’ipotesi della rateazione, ma sempre con esito negativo, in virtù del fatto che aderendo alla voluntary disclosure già venivano riconosciuti consistenti sconti sulle sanzioni.
Nel testo votato ieri, invece, si legge che il versamento può essere eseguito in unica soluzione oppure essere ripartito, su richiesta dell'autore della violazione, in
tre rate mensili di pari importo. Il pagamento della prima rata deve essere effettuato nei termini e con le modalità previste dalla collaborazione volontaria, ossia 15 giorni prima della data per la comparizione e 20 giorni dalla redazione dell’atto. Il mancato pagamento di una delle rate comporta il venir meno degli effetti della procedura.